Michael Schwirtz, corrispondente globale per l’intelligence del New York Times, ci racconta come Zelensky abbia deciso di corteggiare quel personaggio enigmatico che è Trump, trasformando una partita persa in partenza in un’azione stile scacchi di alto livello. Insomma, il nostro eroe ucraino ha incassato e rilanciato, costringendo il sempre calmo Vladimir V. Putin a rimettere la palla al suo campo.
La visita, lontana anni luce dal caos e dall’ostilità che avevano caratterizzato il primo incontro, si è trasformata in una sorta di gioco di diplomazia, dove Zelensky ha scelto di recitare la parte dell’astuto stratega, capace di manovrare quel mostro a due teste che è la politica americana.
Le telecamere internazionali, sempre pronte a catturare ogni gesto e ogni parola, hanno seguito ogni scena di questo remake geopolitico, documentando come un personaggio rimasto sulla difensiva si è trasformato in chi detta il ritmo e impone le regole.



