Come la Russia riesce a tenere i cittadini fissi sul cofano mentre il vero dramma accade altrove

Come la Russia riesce a tenere i cittadini fissi sul cofano mentre il vero dramma accade altrove

Mosca ha deciso che il modo migliore per far dimenticare ai suoi cittadini che c’è una guerra in corso in Ucraina è organizzare un enorme festival estivo. Perché niente dice “distrazione pacifica” come musica, luci e bubbolanti feste proprio mentre le bombe continuano a cadere.

La talentuosa Katrin Bennhold, sofisticata corrispondente internazionale del New York Times, ha scambiato due chiacchiere con Ivan Nechepurenko, suo collega direttamente da Russia. L’obiettivo? Capire come mai, dopo più di tre anni e mezzo di conflitto feroce, il popolo russo sembra più interessato a battimani e balletti che alle bombe e alle perdite sul campo.

Una festa per dimenticare una follia

Disgraziatamente, chi governa a Mosca ha scoperto il segreto per sopprimere ogni forma di malcontento: un enorme party estivo, altamente sponsorizzato, pieno di artisti e luci sfavillanti. Come se una playlist alla moda potesse cancellare la realtà di migliaia di morti e un conflitto che non vuole finire.

Ecco che Ivan Nechepurenko ci racconta di questa retorica spettacolare, una vera e propria distrazione di massa, mentre le ambizioni politiche continuano a plasmare una narrazione distorta della “grandezza” nazionale.

Katrin Bennhold ha osservato:

“È davvero sorprendente come, in un paese dove decine di migliaia hanno perso la vita o sono stati costretti ad abbandonare tutto, un festival possa diventare l’evento principale per parlare di ‘normalità’ e ‘unità nazionale’.”

Così, mentre la musica suona e le luci abbagliano, il grosso di quel popolo russo viene distratto dal vero dramma che si svolge fuori dal palco. È molto più semplice pensare ai selfie, agli hashtag e alle danze scatenate, piuttosto che riflettere sulle terribili conseguenze di un’azione bellica che ormai si trascina senza meta.

Un’opera di facciata che getta luce sulle contraddizioni

Chiunque osasse mettere in dubbio questa “grande operazione festaiola” rischierebbe grosso, dato il rigido controllo sulla stampa e il contagioso fervore patriottico imposto dal regime. Ma dietro la facciata dorata del festival, si scopre uno scenario ben più fosco: una società infelice, afflitta da propaganda ossessiva e da una realtà che non sempre si può mascherare con un concerto.

In effetti, questo spettacolo estivo ha lo scopo perfetto: mantenere l’illusionismo a livelli tali da sedare ogni potenziale dissenso, convincendo i cittadini che tutto va alla grande mentre il resto del mondo osserva con un misto di stupore e sgomento.

Nel frattempo, i caduti in questo conflitto diventano soltanto un dettaglio da nascondere dietro fuochi d’artificio e applausi registrati.

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