Nel cuore del Veneto, una donna di 64 anni residente a Negrar di Valpolicella è diventata la protagonista involontaria di una novità preoccupante: il primo caso autoctono di infezione da Chikungunya. Non ha messo piede fuori dall’Italia né visitato paesi dove la malattia è endemica, ma ecco che la zanzara tigre, la vera star dell’estate, ha deciso di farsi sentire anche in casa sua.
Il Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar ha preso in carico la paziente, ora ricoverata ma vigile e ben collaborante, come ci tengono a precisare le autorità sanitarie regionali. Insomma, il dramma si palesa ma non sfocia nel caos immediato, almeno per ora.
La Regione, ovviamente, non ha perso tempo e in tandem con l’Azienda Ulss 9 e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha scatenato tutta la macchina della sorveglianza: indagini dettagliate, monitoraggi delle zanzare, disinfestazioni straordinarie e controlli accurati su chiunque abbia potuto incrociare il contagio. Perfetto, un esercito per combattere un nemico piccolo quanto fastidioso.
Fino a ieri, tutti i casi confermati di Chikungunya in Veneto arrivavano dall’estero, colpevoli viaggi e vacanze in posti caldi e tropicali. Ma ora un caso autoctono spazza via questa certezza: grazie a viaggi sempre più frequenti e a queste estati da sauna, il virus ha deciso di piantare radici anche tra noi.
Un virus e la sua zanzara preferita
Per chi ha bisogno di un ripasso (o una sveglia), la Chikungunya è un virus trasmesso da zanzare infette del genere Aedes, soprattutto la famigerata Aedes albopictus, meglio nota come zanzara tigre, quella che ti sveglia ogni mattina con un buffetto fastidioso.
I sintomi sono tutto fuorchĂ© un invito a una festa: febbre alta che arriva all’improvviso, dolori articolari talmente violenti da sembrare un nuovo “hobby”, dolore muscolare, mal di testa, e persino eruzioni cutanee per i piĂą fortunati. E attenzione, la stanchezza e il gonfiore articolare non sono esattamente il biglietto da visita da sottovalutare. Il bello è che, sebbene molti si illudano passerĂ in fretta, in alcuni casi – specialmente negli anziani o in chi ha problemi di salute – il dolore può trasformarsi in una compagnia sgradita a lungo termine.
Per chiarire i dubbi da bar affollato, la trasmissione del virus NON avviene da persona a persona come una semplice influenza, ma esclusivamente tramite la puntura di una zanzara infetta. Quindi, anche se ti scruti nervosamente la pelle, stai tranquillo: non ti contagierai scambiando un bicchiere o un abbraccio. Lo scenario è semplice: una zanzara buca una persona infetta, prende la suculenta dose di virus e, dopo un bel riposo ed il ciclo biologico necessario, si trasforma in un fastidioso corriere di infezione per la prossima vittima ignara.



