Centrosinistra in pole position: la solita storia, mentre Avs e M5S arrancano al 20% come se fosse un’impresa titanica.

Centrosinistra in pole position: la solita storia, mentre Avs e M5S arrancano al 20% come se fosse un’impresa titanica.

Tutti quanti sembrano rincorrere il proprio futuro, come se fosse un pallone che rimbalza. La corsa ai numeri, calcoli e percentuali per il voto si fa frenetica, togliendo tempo prezioso a qualsiasi altra attività nel bel paese. Non c’è nulla di sorprendente quando si parla di elezioni: il gioco del consenso è sempre in cima alla lista delle priorità, sia per un partito che per i singoli. Chi può resistere all’irresistibile richiamo della riconferma?

Il centrodestra e il centrosinistra si intrecciano in un balletto di calcoli, e, udite udite, spuntano i primi sondaggi. Quello che circola nel centrodestra pugliese è decisamente riservato, per non dire misterioso: probabilmente commissionato da un privato che vuole sapere se il suo sandwich preferito di parole ponga interesse anche alle Regionali. Si parla di una “tendenza” – chissà mai cosa significhi in un panorama così instabile. La domanda? Classica: se hai votato un partito alle Politiche, pensi di rifarlo? Non è un interrogatorio, ma ci si avvicina.

I numeri, ovviamente, sono lo zucchero di questa torta avvelenata. Pare che FdI si attesti al 23%, seguita da FI al 12% e dalla Lega con un modesto 4% per il centrodestra, che in totale raggiunge un 39%. Sorte ben peggiore per il centrosinistra, sempre più solido con il Pd al 30%, M5S al 15% e Avs al 4,5%, raccogliendo un bel 49,5%. Se queste sono belle notizie, sarebbe opportuno chiedersi se il vantaggio nel voto di lista si tradurrà in un consenso reale nei candidati.

Per quanto riguarda i candidati, il glorioso Antonio Decaro ha un consenso che è quasi palpabile, mentre a destra sono ancora in preda all’indecisione. Oh, che meraviglioso spettacolo osservare chi si contenderà il trono, quando gli scommettitori sono così indecisi! Ancora peggio, l’assenza di civiche che non brillano nel voto, rende il quadro ancor più vago. Che ironia, no? Si misurano le stesse cose senza considerare ciò che realmente accade sul campo.

Ora, che dire dello scontro tra Emiliano e Vendola? Dopo la dura intervista rilasciata dal primo al Nuovo Quotidiano, stiamo assistendo a un piccolo dramma che unisce la soap opera alla politica. Ma chi ha bisogno di dettagli quando le scintille volano e i titoli si riempiono di frasi a effetto? Che bello! Qui nessuno è più interessato a risolvere i problemi della Puglia; piuttosto, è tutto un correre verso la vetta più alta della libertà di parola. Siamo sicuri che le elezioni si avvicinano e ci si diverte ancora di più.

Ma certo, che sorpresa! Il governatore, da un lato, si mette a sparare contro il M5S per il suo “atteggiamento deludente”, e dall’altro ripete il solito ritornello: “da Vendola ho ereditato una Regione in ginocchio”. Ma davvero? Serio, davvero? È come se avesse un manuale di auto-vittimizzazione pronto all’uso. Ora che ha riposto il cappello da capo della coalizione, è il momento perfetto per mascherarsi da futuro candidato del PD. Quale strategia geniale! Attirare l’attenzione su di sé attaccando tutto e tutti. Un coraggioso “effetto Zorro” in cui il vero nemico è ovviamente quello che serve per illuminare il suo faccione. Il bene della coalizione? Ma per favore, chi se ne frega! È il centrodestra che sta sprofondando, e l’importante è farsi notare. Dunque: giù botte alle due forze organizzate della sua stessa coalizione!

Ma non finisce qui. I risultati non tardano a far sentire la loro presenza. Infatti, la reazione immediata di Decaro ha costretto il segretario del PD, Domenico De Santis, a intervenire. Così, tra un messaggio di scuse e l’altro, ecco spuntare una nota in cui affermano che i dem sono “al lavoro per costruire l’alleanza strategica con M5S e Avs”. Ah, che meraviglia di unità! E per non essere da meno, il segretario di Avs, Mino Di Lernia, non ha fatto altro che ribadire il concetto. Che bella sinergia!

Mettendo da parte le adulazioni, i numeri dei sondaggi parlano chiaro: M5S e Avs potrebbero tranquillamente mettersi insieme per una coalizione autonoma. Ovviamente, l’ostacolo è solo l’8% di sbarramento. Forse dovrebbero chiedere un consiglio a Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni, dato che i rapporti tra i leader sono ottimi. Fantapolitica? Assolutamente. Ma non è ora di decidere cosa vuole fare da grande il M5S? Con le elezioni in Campania in vista, chissà! Può darsi che scelga il centrosinistra, a cominciare dalla Puglia. Sta di fatto che molti, ascoltando le parole di Emiliano, hanno già evocato il fantasma delle Comunali di Bari dell’anno scorso. Centrosinistra da una parte, vendoliani e M5S dall’altra. E Decaro? Sbraita come un leone in gabbia al solo pensiero!

Ma non è finita qui. L’ultima chicca arriva direttamente dalle colonne del giornale del PD Puglia, dove il direttore, l’ex deputato Gero Grassi, si scaglia senza pietà contro Emiliano. Il suo editoriale è fulminante, anzi, per meglio dire “acido”. Già, perché Grassi bacchetta Emiliano per aver messo insieme in coalizione “oves et boves”, lo critica per aver “cestinato” il PD, e aggiunge che gli manca solo il “soglio pontificio”. Ma stiamo scherzando? Insomma, un grande elogio, davvero! Infine, per non farsi mancare nulla, lo invita a non candidarsi nel PD. Singolare, vero? Una voce isolata, forse, ma il succo è che chi ha osato criticare è stato epurato. Insomma, non proprio un clima sereno.

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