Centrosinistra in crisi: Variati si unisce al coro di chi dice no, mentre il Pd si perde tra civici e Cinque Stelle

Centrosinistra in crisi: Variati si unisce al coro di chi dice no, mentre il Pd si perde tra civici e Cinque Stelle

I nomi della lunga primavera del centrosinistra veneto stanno svanendo uno dopo l’altro. Dopo il “grazie, ma no, grazie” della scienziata Antonella Viola alla candidatura della coalizione di centrosinistra per le prossime elezioni regionali, ora è il turno di Achille Variati.

Variati, il padre nobile del Partito Democratico veneto, già storico sindaco di Vicenza, sottosegretario all’Interno durante i magici (si fa per dire) anni della pandemia ed europarlamentare, dopo le notizie trapelate dalla stampa, chiarisce di non aver cambiato idea rispetto a quanto dichiarato un anno fa quando, a 70 anni, ha rifiutato un bis a Bruxelles: “In questi giorni il mio nome è stato accostato, in vari articoli di stampa, alla possibile candidatura alla presidenza della Regione per il centrosinistra. Sono molto lusingato da questa attenzione, e profondamente grato per le attestazioni di stima e di affetto.” Scrive Variati in una nota: “Proprio per rispetto verso tutti coloro che hanno voluto manifestarmi stima e incoraggiamento desidero, però, chiarire pubblicamente che il mio nome non è in campo”.

Ma chi poteva mai pensare che l’ex sindaco volesse buttarsi in una nuova avventura da protagonista? È certo, la politica è così affascinante… solo fino a quando non ti accorgi che servirebbe un eroe, ma tu hai già appeso la mantella al chiodo.

Variati continua, “Alleanza plurale”: parole forti, e forse, un tentativo di portare un briciolo di chiarezza alla variopinta “alleanza plurale” dell’opposizione, mai così ampia dai tempi gloriosi di Giuseppe Bortolussi come candidato a palazzo Balbi. “Come ho avuto modo di dichiarare pubblicamente già quando decisi di non ricandidarmi alle elezioni Europee dello scorso anno – aggiunge Variati – considero conclusa la fase più attiva della mia vita politica.” Strano, vero? La fase attiva di un politico che si ritira, come se fosse una partita di scacchi dove il re fugge dal campo di battaglia.

Ma non temete! Variati promette di dare il suo contributo in un momento così complesso per il Veneto, terra di grandi risorse, ma anche di fragilità economiche, sociali e culturali. “Ma non è questa la stagione di un mio impegno da protagonista”, aggiunge, come se l’idea di un eroe che salva la situazione fosse ormai relegata a un film di fantascienza.

A latere, l’ex sindaco spiega che “ci sono anche i tempi della…”. Ecco, chi non ama un finale aperto? I messaggi chiari e lineari sono così overrated, non c’è niente di più affascinante che lasciare il pubblico in attesa di un’eco vuota.

In questi giorni si festeggia un ricordo: gli incontri a Santa Marta con Papa Francesco e le famose tre parole rivolte a noi politici: “prudenza, coraggio e tenerezza”. Eppure, mentre una frase tanto poetica risuona, il contrasto con la campagna elettorale, che in questo momento sembra più una guerra tra bande, è davvero palese. Variati si sfila con un eleganza che fa impallidire gli stilisti più blasonati, mentre il segretario regionale del PD, Andrea Martella, non perde l’occasione di offrirgli un tributo: “Nelle sue parole c’è sempre stato quel pizzico di coerenza che lo contraddistingue, e capisco perché il suo nome sia sulla bocca di tutti. Ma lui è chiaro come acqua di sorgente: continuerà a dare il suo contributo, sia nella direzione regionale del partito che come figura di riferimento della nostra comunità.” Insomma, una vera e propria celebrazione. Salviamolo dalla campagna elettorale, credo stia per iniziare un tour di consacrazione.

Ma ora, mentre il toto-nomi nel centrosinistra ci riporta alla casella di partenza, chi avrà il coraggio di affrontare il mostro avversario? Il centrodestra si dibatte in un braccio di ferro tra Lega e FdI, sempre più simile a un reality show. Mercoledì scorso, il coordinatore di FdI, Luca De Carlo, ha messo in scena una smentita che, seppur disperata, ha il suo fascino: l’ipotetico accordo con Lega, in cui FdI cederebbe il candidato al Carroccio in cambio di incarichi, è stato definito “ricostruzione priva di fondamento”. Ma sappiamo bene che il centrodestra si ricompatterà e tornerà a combattere. E il centrosinistra? “Il nostro lavoro prosegue con determinazione”, afferma Martella, “per mantenere unita e rafforzare la coalizione e cercare di trovare la migliore candidatura”, che, pare, sia più rara di un unicorno.

Ah, e gli equilibri? Quelli sono un vero rompicapo! La ricerca di un nome che soddisfi almeno un po’ tutti (e quanti sono!) fra PD, Avs, M5s, Iv, Veneto che Vogliamo, forse Azione (qui la situazione è così fluida che potrebbe cambiare da un momento all’altro), è un viaggio lungo e tortuoso. Siamo nella fase “civica”, quella più digeribile per quei che una volta facevano parte dei “cespugli” di centrosinistra – sembra stia volgendo al termine. E adesso? Entra in scena la “fase due”, che, manco a dirlo, si concentrerà su “nomi interni” appartenenti alla coalizione. Tra questi, il nome di Vanessa Camani, capogruppo dem in consiglio regionale, è spuntato più volte, qualcuno afferma sia per “bruciarlo”, ma di concretezza proprio non si parla. Non resta che attendere la convocazione di un tavolo per fare il punto della situazione. Gli equilibri sono complicatissimi sul territorio ed altrettanto a Roma, dove l’asse del PD di Elly Schlein e i pentastellati di Giuseppe Conte riescono a sostenere il peso dell’esistenza, così come è alta l’attenzione verso i movimenti civici. Ma che fatica, si diceva. Davvero, è un lavoro che richiede un impegno degno di un maratoneta.

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