Una banale discussione degenera nel peggiore dei modi, trasformandosi in una sparatoria che lascia due feriti e una scia di domande senza risposta nel famoso Parco di Centocelle a Roma. Tutto accade a tarda sera, intorno alle 23.30, quando un residente si ritrova involontario testimone di una lite tra alcuni stranieri, che si conclude con diversi colpi di arma da fuoco e una fuga precipitosa a bordo di auto.
I primi a intervenire sono i carabinieri della stazione Roma Quadraro e quelli del Nucleo radiomobile della capitale, pronti a raccogliere i frammenti di una serata che si tinge di violenza e mistero.
L’indagine inizia, più che sul luogo del delitto, al pronto soccorso dell’ospedale Vannini, dove nel contempo si presentano due uomini di origine nordafricana, con ferite superficiali, ma sufficienti ad assicurare qualche giorno di prognosi: dieci per il primo, colpito a gamba e mano, e quindici per il secondo, ferito ai piedi. Per fortuna, nessuno rischia la vita.
L’aspetto più surreale? La loro totale reticenza. Ai carabinieri che li interpellano poco dopo l’arrivo in ospedale, raccontano a malapena di essere stati avvicinati da alcuni connazionali e che, nel pieno di una lite senza molto senso, qualcuno ha pensato di sparare all’impazzata con una pistola. Sembra quasi un copione già visto, ma la realtà non perde occasione di sorprendere.
Nel frattempo, intervenuti sul posto anche i specialisti della VII sezione del Nucleo investigativo di Roma, intenti a raccogliere ogni possibile indizio tecnico-scientifico, come se bastasse a ricostruire la trama di una serata intensa quanto fumosa.
