L’ex sindaco, che ha visto il suo mandato strappato via come un vestito di pessimo gusto, si è concesso il lusso di scrivere ai commissari Misiani e Camusso: “Il mio senso del dovere me lo impone. Nutro la speranza di poter un giorno contribuire alla rinascita di una politica casertana dignitosa e autorevole”. Già, perché almeno la dignità non dovrebbe mai mancare, giusto?
“Non ho commesso – e sono certo ne siate consapevoli anche voi – alcun atto improprio o contrario all’etica pubblica”, si lamenta, come se le migliaia di messaggi di solidarietà ricevuti potessero magicamente scagionarlo da ogni ombra di dubbio. Certo, perché in politica la verità è come l’aria fritta: non la vedi ma ti viene propinata a tonnellate.
Il nostro caro ex sindaco, Carlo Marino, fino al 18 aprile alla guida di Caserta, deve aver pensato che il “senso del dovere” fosse la chiave magica per riacquistare qualche briciola di rispetto, dopo che il Consiglio dei ministri, su suggerimento del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, ha deciso di sciogliere il suo bel consiglio comunale come si fa con un brutto sogno al risveglio. Sì, perché la relazione del prefetto Lucia Volpe, basata su un’inchiesta clamorosa di diversi anni fa, parla chiaro: infiltrazioni camorriste! La reazione di Marino? Un rifiuto vibrante, come un adolescente che si ribella al divieto di usare il cellulare a tavola.
Solo qualche giorno dopo, la Commissione straordinaria è stata nominata, e la nostra star della politica ha pensato bene di inviare una lettera al partito per comunicare la “sospensione della mia iscrizione” al Partito Democratico. Perché, si sa, scappare è sempre la miglior strategia quando le cose si mettono male.
Ma non temete, i contraccolpi politici non lo toccano affatto. Anzi, il nostro ex sindaco, pare proprio che non voglia che le speculazioni politiche colpiscano il suo “blanco nome”. Non è fantastico? Nel bel mezzo di uno scandalo, la priorità rimane il marchio personale e non le responsabilità collettive o etiche. Forse si aspettava una standing ovation dopo la sua letterina. Ma la realtà dei fatti è che a Caserta non c’è nulla di “autentico” se non una serie di giochetti politicanti e un bel po’ di confusione.
Neanche il tempo di riprendersi dalla prima notizia e già ci si ritrova con l’ex sindaco di Caserta, Carlo Marino, che scrive una lettera che è un autentico capolavoro di drammaticità. “Questo atto, per me dolorosissimo”, dice, riferendosi ovviamente alla sua sospensione dal PD. Le sue parole sono una sinfonia di indignazione e vittimismo, con un piacevole tocco di autocelebrazione: “sto difendendo la dignità della mia città, vilipesa da un provvedimento di scioglimento amministrativo”. Che magnifico modo di travisare una ben meritevole decisione! Sembra quasi che l’amministrazione di Caserta potesse continuare senza alcuna ombra di dubbio.
Ma non fermiamoci qui; Marino afferma di essere “colpito due volte”. Ma scusate, non è un po’ eccessivo? Lo capiamo, io personalmente mi sentirei colpito sette volte se fossi in grado di scrivere una lettera così patetica. “Non per viltà”, sostiene, ma per “poterli servire con maggiore libertà”. Quindi, se ho ben compreso, abbandonare il proprio partito è il nuovo modo di dimostrare dedizione? Davvero illuminante!
E poi arriva il gemito di dolore: “la fascia tricolore – simbolo di servizio e onore” che deve essere “restituita al suo splendore”. Perché? Perché una decisione “ministeriale” l’ha sporcata? Maravigliosa ironia: il marciume non è forse già presente nella politica locale? Ecco, il sogno di Marino sembra essere quello di un futuro dove la puzza di burocrazia e indecisione sarà sostituita da un profumo di roses e libertà. Fantastico!
Ma non finisce qui! Marino spera di “contribuire, con rinnovata forza, alla rinascita di una politica casertana dignitosa e autorevole”. Tra le risate e il sarcasmo, mi chiedo come possa pensare di farlo quando, evidentemente, il primo passo è quello di abbandonare il campo di battaglia; un piano strategico sicuramente geniale! Ah, Caserta, come ti invidio.
Ed ecco la ciliegina sulla torta: lunedì prossimo formalizzerà le sue dimissioni dalla carica di presidente di Anci Campania. “Diversi sindaci mi hanno chiesto di proseguire”, dice, ma chi può giudicare il coraggio di Marino? No, no, lui non vuole “fornire argomentazioni agli avversari politici”. Quindi, lasciare la nave, mentre questa affonda, è il modo migliore per dimostrare leadership? Certamente una mossa strategica che farà risuonare i tamburi della storia!
Rimanete sintonizzati per la nuova era della politica, dove le dimissioni e le lettere strazianti diventano il nuovo mantra di un’epoca che… beh, probabilmente non cambierà affatto. Bravo Marino, hai già conquistato tutti i cuori. Non riposare sugli allori, la politica ti aspetta!