Carisolo, un minuscolo comune di circa 950 abitanti, si prepara per le elezioni comunali del 4 maggio, e sembra che la disaffezione verso la politica non sia in agguato qui. Mentre si profila la candidatura per il quarto mandato di Arturo Povinelli, il sindaco uscente, questa volta non sarà solo, ma dovrà affrontare il cugino Modesto Povinelli e l’imprenditore Dario Polli. Un bel turnaround per un paese che, nel settembre 2020, ha visto un pugno di privilegiata tranquillità con un sindaco senza avversari.
Un Paese Diviso o Vivace?
Con otto candidati in lizza per 10 posti da consigliere, ci sono ben 32 nomi sulla scheda, un rapporto che si traduce in uno ogni trenta abitanti. Alcuni cittadini parlano di una “spaccatura” evidente, mentre altri sostengono mitologicamente che si tratti di un “confronto dialettico” che testimonia la “vivacità” della comunità. Un chiaro esempio di come le percezioni possano variare enormemente in base al punto di vista.
Il Sindaco a Progetto
Povinelli, ragioniere di professione, sembra avere grandiosi progetti in mente che potrebbero salvare la sua reelezione. Promette di ristrutturare la rete dell’acquedotto e di migliorare l’efficienza energetica della scuola. Ma si potrebbe chiedere: quante promesse sono state fatte precedentemente su opere “importanti” senza risultati tangibili? E nel frattempo, mentre i lavori al parco fluviale sul Sarca procedono speditamente (si spera), la sua amarezza per la sfida del cugino è palpabile. “Siamo un paese molto piccolo”, lamenta, quasi dimenticando che le piccole comunità spesso si intrecciano come una ragnatela, creando legami di parentela che complicano la politica locale.
Una Nuova Visione?
Modesto Povinelli, il suo oppositore cugino, ha deciso di scendere in campo con l’idea di un “nuovo slancio” per Carisolo. Questa incoerenza tra il “nuovo” e il “già visto” fa sorgere alcune domande: realmente è necessario un cambio radicale, o è solo una spinta verso un sistema che, pur diverso, rimarrà comunque nelle mani di alcune famiglie? L’idea di “La Giornata delle Idee”, in cui i cittadini possono presentare proposte, suona bene sulla carta, ma basterà a trasformare la politica locale da un gioco di potere a un reale confronto democratico?
Falsi Obiettivi e Realismi
La retorica dei progetti e delle iniziative viene spesso usata per addolcire una pillola amara. È strano notare che mentre si promettono “trasparenza” e “partecipazione”, la realtà tende a essere molto più grigia. Chi davvero beneficerà delle nuove iniziative? Gli interessi economici di Dario Polli potrebbero giocare un ruolo più significativo di quanto si voglia ammettere. Ed è lecito chiedersi se il “nuovo” sia davvero così innovativo o semplicemente un’illustrazione di volti già noti.
Possibili Soluzioni
Cosa fare quindi in questo scenario di apparente rinnovamento e ornamenti politici superficiali? Potrebbe essere utile avviare un vero e proprio dibattito pubblico, non solo con eventi annuali, ma con coinvolgimenti regolari e genuini. Potremmo anche considerare il modello di comunità in Scandinavia, dove la trasparenza e la partecipazione del cittadino sono principi cardine, e non semplici slogan. Ma, attenzione, non fraintendiamo: Carisolo è un paese unico e gli esperimenti al di là della sua realtà non ci garantiranno un successo immediato. La chiave sarà, come sempre, passare dalle parole ai fatti, un passaggio che spesso viene trascurato.
Viviamo in un’epoca in cui le promesse si sprecano, ma i risultati sembrano tanto lontani quanto la speranza di un futuro migliore. In questo contesto, spicca la situazione di Carisolo, dove un imprenditore locale ci ricorda che, pur avendo proposto una collaborazione al sindaco, si è trovato a navigare in acque agitate, dove il dialogo tra due cugini è più vivace della partecipazione attiva alla comunità. Ma, sorprendentemente, la sua frustrazione ha preso la forma di una candidatura. Un eccellente esempio di come, a volte, la competizione può derivare da una rassegnazione.
Il programma: un mosaico di buone intenzioni?
Il programma presentato per il futuro di Carisolo include recupero delle strutture comunali, attenzione all’ambiente, e supporto a giovani, famiglie e associazioni. Una panoramica lodevole di buone intenzioni, ma ci si potrebbe chiedere: quanto è praticabile? E come mai, in un paese con un solo candidato, ci si affida a idee che sembrano più un’intenzione generica che un piano concreto? Potrebbe risultare che una comunità intera, benché attualmente sia incoraggiata a contribuire, si senta più come un passeggero in un viaggio senza pilota.
Due cugini che litigano: la rappresentatività in crisi
L’immagine di due cugini che si contendono la guida di Carisolo strizza l’occhio a una realtà ben radicata: una competizione ridotta e un’assenza di alternative tangibili. In un contesto in cui il 54% dei comuni ha un solo candidato, ci si ferma a riflettere sui motivi di questa stagnazione. Dieci anni fa, il numero di comuni con solo un candidato era più che raddoppiato, ma, paradossalmente, la democrazia sembra aver fatto un passo indietro. Sono state promesse molte cose, ma, effettivamente, si offre tanto al mondo burocratico e poco agli abitanti. La sensazione che Carisolo si trasformi in un paese dormitorio è incredibilmente tangibile.
Possibili soluzioni e una buona dose di scetticismo
Che fare? Potremmo suggerire l’istituzione di workshop aperti dove ogni cittadino possa esprimere idee e desideri. Tuttavia, il rischio è che ciò si traduca in un ciclo infinito di discussioni senza un esito concreto, come spesso accade nei centri decisionali. O forse, le amministrazioni dovrebbero guardare a modelli di altri paesi che, invece di combattere per i briciole di un elettorato svuotato, riescono a promuovere inclusività e partecipazione reale.
In sintesi, Carisolo potrebbe rappresentare un microcosmo di sfide comuni. Le promesse rimangono parole vuote, fino a quando non vengono accompagnate da azioni concrete. Riusciremo a trasformare una campagna elettorale in una opportunità per il cambiamento? La risposta sembra sfuggente, ma forse è questo il momento di mettere in discussione tutto.