Campeggi in Trentino: il nuovo grido di battaglia di chi li gestisce, ma chi ci crede davvero?

Campeggi in Trentino: il nuovo grido di battaglia di chi li gestisce, ma chi ci crede davvero?

«Serve un ragionamento condiviso sulla tassa di soggiorno oppure altri strumenti che permettano ai Comuni di trattenere risorse». Ecco cosa ha detto, con la nonchalance di chi parla del tempo che fa, il candidato sindaco di Calceranica, Alex Faggioni, solo quattro giorni fa. Certo, la tassa di soggiorno non è proprio il tema più scintillante del mondo, ma perché non fare un po’ di scena prima delle elezioni di maggio? Questo signore, da un alleato di tutti i campeggi e delle strutture turistiche, si è ritrovato a strillare per una modifica che sembra più un capriccio che una necessità. Prima di lui, anche il sindaco di Ronzone, Marco Battisti, si era lanciato nel vortice, chiedendo alla Provincia di «restituire» la tassa ai Comuni, come se fosse un regalo dimenticato sotto l’albero di Natale. Così, la Provincia ha pensato bene di stanziare quasi 750 mila euro per aiutare i Comuni trentini, giustificando l’operazione come «il 50% della tassa di soggiorno degli alloggi turistici».

I numeri? Faggioni non si è trattenuto e, durante l’evento pubblico «Lago e Turismo: quale futuro?», organizzato dal Goe Laghi con il patrocinio dell’Apt Valsugana, ha fatto un bel giro di cifra, facendo impallidire gli altri undici candidati sindaci. «Al Comune restano solo 3 mila euro», ha lamentato, con la stessa intensità di un genitore che scopre che la propria serie TV preferita è stata cancellata. Ha snocciolato che campeggi e strutture turistiche porterebbero al Comune solo 30 mila euro, il che sembra una bella pubblicità per il turismo, no? Magari dovremmo chiedere una tassa di soggiorno per chi ci visita ma non si ferma, giusto per fare cassa. Un’idea brillante, altro che l’affitto di un billboard sulla strada principale.

«Senza un intervento strutturale in questo senso — ha continuato il candidato — ogni proposta rischia di spostare un po’ più a destra e un po’ più a sinistra una coperta troppo corta, serve allungare la coperta». Ottima analogia! Quindi, se non possiamo allungare la coperta, perché non ritirarla del tutto e scoprire definitivamente i piedi? Certo, finché stiamo a giocare con le coperte, ogni proposta lontana dalla tassa potrebbe sembrare più un modo per fare i conti con la povertà di risorse che una vera strategia per il futuro. Ma chi ha bisogno di logicità quando possiamo semplicemente accollarci i costi?

Non sorprende che le parole di Faggioni non siano passate inosservate di fronte agli operatori del turismo. Ben venga l’attenzione al settore, ma l’associazione dei gestori di Calceranica si è sentita in dovere di ribattere. Oh, che bel gioco di parole! Una richiesta di attenzione, ma solo alle giuste condizioni: mantenere il bottino per noi, per favore! Sì, perché chi si preoccupa dei turisti, dopotutto? La tassa di soggiorno è come una ciliegina su una torta che ci si ostina a voler tenere per sé nella sala da pranzo.

Il mondo dei campeggi nel Trentino è affollato di precisazioni, come se la realtà non avesse già di per sé abbastanza contraddizioni. Innanzitutto, ci viene detto che la legge provinciale regola il sistema turistico e stabilisce che «la tassa di soggiorno vada interamente versata alla Provincia», che evidentemente ha una passione per il ridistribuire i fondi tra le Apt per attività promozionali, e chissà in quali splendidi luoghi li utilizzeranno.

Un’affermazione necessaria, secondo Fabio Poletti, presidente di Faita Trentino, che sembra un po’ il portavoce dei campeggi, rimarcando il loro “inestimabile” valore per il territorio. E qui entrano in scena i numeri, oh i fantastici numeri: si sostiene che campeggi e strutture turistiche contribuirebbero al Comune solo con 30 mila euro. Davvero? Only 30k? Questa cifra, a quanto pare, non rende giustizia, secondo l’associazione, perché i sette campeggi di Calceranica sarebbero in grado di generare un contributo bel più consistente. E chi lo dice? Magari qualche statistico del campeggio? Un mago del bilancio? Chi lo sa!

In aggiunta a questo, Poletti ci informa che oltre all’Imis, un’entrata comunale che apparentemente aumenterà grazie alla rivalutazione catastale (sì, perché i terreni dei campeggi valgono oro), i campeggi affrontano spese significative per i servizi locali. Forse sarebbe meglio dire che quasi implorano di non essere visti come semplici parassiti del Comune. E poi ci sono le tariffe per l’acqua, che sono come una tassa sulla fortuna: pagano di più, e questa magica erogazione aiuta a coprire i costi per il servizio idrico, riducendo la quota che grava sui cittadini. Geniale, vero?

Ma non finisce qui! Anche per la gestione dei rifiuti i campeggi contribuiscono, anche se i pagamenti vanno a un gestore terzo. Ma la questione è che secondo Poletti, queste spese “alleggeriscono” i costi operativi comunali. Mi chiedo se il gestore dei rifiuti stia danzando con le stelle, considerando che il suo lavoro è ridotto a un semplice peso per la comunità. E parlando di entrate dirette, non possiamo ignorare gli oneri di urbanizzazione e le imposte sulla pubblicità, che sembrano seguirci ovunque come un’amica insistente. Ah, e che dire dei canoni per l’occupazione del suolo pubblico? Ah, quanto è bello avere una tassa su tutto, compresi i parcheggi, che, secondo le stime, portano nelle casse comunali circa 175.000 euro all’anno. Chissà quante cene di pesce possono comprarsi con quella somma! E i turisti? Fanno la fila per lasciarci i loro risparmi!

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