Calenda e Renzi si riuniscono: nel frattempo Angiolini lamenta l’impotenza di Gaza

Calenda e Renzi si riuniscono: nel frattempo Angiolini lamenta l’impotenza di Gaza

Al Teatro Parenti di Milano, un evento che definire significativo sarebbe un eufemismo, ha avuto luogo la manifestazione “Due popoli, due Stati, un destino”. Organizzata da Azione e Italia Viva, questa maratona oratoria non è stata proprio una passeggiata nel parco, è stata più un tentativo di far sentire le voci di chi chiede un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, nel contesto di una proposta politica che oggi sembra più un sogno che una realtà.

La scena si è aperta con il Matteo Renzi che, armato di microfono e di una buona dose di retorica, ha cercato di infondere un senso di unità e pace. E, naturalmente, non è mancato il suo compare di merende, Carlo Calenda, che ha chiuso la kermesse con la solita pompa e l’immancabile convinzione. Tra gli altri, non potevano mancare le presenze illustri come Benedetto Della Vedova di +Europa e Emanuele Fiano di Sinistra per Israele, a dimostrazione che la politica è sempre un circo dove non mancano gli artisti del compromesso.

Renzi, con la sua innata capacità di apparire profondo, ha proclamato: “Noi vogliamo respingere e rifiutare la bandiera dell’ideologismo, vogliamo dire no a chi brucia la bandiera dell’ascolto.” Davvero? Perché proprio alla visione romantica che propone le due bandiere affiancate come simbolo di pace, sembra mancare un tassello: la realtà, ovvero la realtà che i leader politici rinforzano e poi ignorano, in un eterno balletto di frasi ad effetto.

A margine, l’attrice Ambra Angiolini, presente tra il pubblico, ha espresso la sua impotenza di fronte alla situazione in Medio Oriente, un sentimento che, sebbene comprensibile, sembra trovare una risonanza incredibile in un evento dove le parole volano alte, ma i fatti rimangono a terra. Dopotutto, ci vuole un’arte speciale per abbellire il nulla con frasi altisonanti.

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