Castelletti: «Solo Cellino può decidere se, come e quando vendere il club. Parlo poco a ragion veduta, il Comune sarà sempre a disposizione».
Finalmente, Laura Castelletti ha avuto da dire qualcosa che può far girare i tifosi: non tradire il sacro sport con la politica. Se fossi nel centrodestra, eviterei situazioni che potrebbero trasformarsi in una gaffe clamorosa, come quella farsa di sabato 3 maggio, quando qualcuno ha pensato di farsi fotografare con la sciarpa del Brescia sotto un manifesto di Salvini Premier. Chiamare un evento sportivo ‘apolitico’ mentre si brandisce la bandiera della destra è l’equivalente di mettere un guanto di velluto su un pugno di ferro: ridicolo.
Naturalmente, la sindaca osserva che dare una connotazione politica a uno sport popolare non è esattamente la strategia vincente per unire i tifosi. Anzi, fa il contrario. D’accordo, Cellino deve sempre decidere cosa fare del club e, come lei stessa ammette, è improbabile che un imprenditore privato prenda ordini dalla politica. Un po’ come chiedere a un cielo sereno di piovere, non credi?
Ma proseguiamo. Castelletti continua, a quanto pare cortese sebbene possa sembrare il contrario: «Se lo vogliono convocare in commissione, ammesso che decida di partecipare, farà il suo show, ma la sostanza… beh, quella mancherà, come la continuità nei cambi di allenatore a fine partita». E che dire delle critiche? La sindaca rifiuta di essere colpevolizzata per la sua apparente reticenza sull’argomento Brescia Calcio: «Mi accusa di non esternare, ma io piuttosto parlo poco a ragion veduta». Beh, certamente un’affermazione che fa riflettere.
Ma non è finita qui. Castelletti tira fuori un aneddoto dal lontano passato, l’estate del 2023, quando l’assalto ai riflettori era rivolto proprio sulla salvezza del Brescia. La politica, ci dice, ha tentato di intervenire in modo aggressivo sulla questione del ripescaggio, mentre lei, da vera stratega, ha deciso di rimanere in silenzio e… sorpresa, il Brescia è stato ripescato. Incredibile, vero?
Una storia che potrebbe anche sembrare una favola di successo, se non fosse che il tutto lascia sullo sfondo un intricato abbozzo di relazioni politiche e sportive che sfida la logica. D’altronde, in un mondo dove l’impossibile diventa realtà, chi siamo noi per mettere in dubbio le competenze di un’amministratrice pubblica che sa benissimo come mantenere il silenzio mentre altri cantano in coro?
La storia si ripete, eppure ogni volta sembra una novità. Dopo settimane di proclami, si è fatta una gran discussione, ma alla fine è come sempre, tutto in fumo. Evidentemente, quando si tratta di affari e numeri, le chiacchiere non contano. Non c’è un politico che possa alzarsi al mattino, sbraitare a destra e sinistra, e cambiarti le sorti. Ma certo, questo dovrebbe farmi dire “io avevo ragione!”, mentre resto qui, con i piedi per terra, a mantenere il giusto tono e rispetto verso i tifosi. Non ho mai pensato di illuderli con fandonie per un attimo di celebrità, no, io sono un esempio di trasparenza e onestà!
E ora, cosa dovrei dire a chi esprime la sua opinione sul fatto che il Brescia non debba dipendere dall’umore altalenante di un presidente? Dovrei suggerire al proprietario cosa fare? Stiamo scherzando? Solo un anno fa, l’allora proprietario Marco Bonometti affermava, con l’approvazione del centrodestra, che “al momento ci sono solo chiacchiere, servono i fatti e al momento non vedo alcun interesse di nuovi investitori bresciani”. E bada bene, adesso abbiamo addirittura Cellino da Cagliari da quasi dieci anni, perché l’assenza di candidature pronte offre una stabilità quanto meno bizzarra!
Purtroppo, ci sono ben pochi imprenditori bresciani che continuano impegnati a trovare fondi e nuovi investitori. E sì, ci parlo regolarmente. Sono sicura che, se nacque un’opportunità concreta, il Comune non si tirerà indietro (non solo perché è proprietario dello stadio, eh!) per aiutare l’operazione. Ma ci mancherebbe altro!
Poi, non possiamo dimenticare le minacce provocatorie del presidente di Brescia Calcio. “Cellino minaccia di restituirmi le chiavi dello stadio?” Davvero? È una frase insipida del vocabolario calcistico. Ogni volta che ci sono dei problemi, magicamente chiama l’Amministrazione, ma nei momenti di gloria e guadagni, ahimè, quella è affar suo. Chissà come mai.
Ora, speriamo che Cellino riesca a chiudere il campionato nel miglior modo possibile e che decida il suo futuro. Se deciderà di vendere, faccia pure le trattative che più ritiene opportune. Chiunque decida di subentrare, sarà accolto a braccia aperte e potrà discutere serenamente con la Loggia riguardo al tema stadio, come abbiamo sempre cercato di fare. Ma lo sappiamo tutti che costruirsi uno stadio è un compito che spetta ai club, mentre le Amministrazioni sono lì per supportare e accompagnare. Dopotutto, lo sport è un bene per la comunità, non è mai stato chiaro?
La legge stadi, quella benedetta legge, è uno strumento che potrebbe davvero sbloccare la situazione. Ma ci rendiamo conto di questo? Ma certo, la burocrazia ha sempre la meglio e la storia si ripete! Incredibile come, nonostante tutto, ci si possa fidare di un ciclo che non cambia mai. Ecco, che spettacolo!