Bolzano si scatena: Manuel Nardo abbandona la Civica e si rifugia da Forza Italia, tutti a gridare al tradimento scandaloso

Bolzano si scatena: Manuel Nardo abbandona la Civica e si rifugia da Forza Italia, tutti a gridare al tradimento scandaloso
Manuel Nardo, fresco di insediamento nel consiglio comunale di Bolzano, di lasciare la lista civica «Io Sto con Bolzano» per passare a Forza Italia, è quanto di più democraticamente traditore si possa immaginare nel grandioso teatro della politica locale. Se nella Storia e nella letteratura avessimo bisogno di definire un nuovo «Giuda», un «Iago» o un «Bruto», ecco che Nardo arriva puntualmente a fornire materiale fresco e succoso.

Ma perché prendersela con un giovane imprenditore padovano che, nel contesto della politica altoatesina, si limita a fare il suo dovere, ossia passare dalla parte che comanda? Dopotutto, gestisce locali di successo come il Black Sheep, il Temple Bar e il Mirò Club, quindi sa bene qual è il clima da sostenere.

Essendo il primo dei non eletti della Civica «Io Sto con Bolzano», Nardo ha preso il posto del fondatore e capo della lista, Angelo Gennaccaro, che evidentemente aveva sbagliato a restare all’opposizione in un consiglio comunale dove si gioca a chi fa la maggioranza più risicata. Grazie a questa mossa, la maggioranza guidata dal sindaco Claudio Corrarati guadagna un voto in più, cosa che trasforma Nardo nel prezioso 25° consigliere del centrodestra cittadino.

Ovviamente, la presenza di un consigliere dichiaratamente di lingua italiana in Forza Italia apre nuovi scenari nel partito. Chissà, forse ora qualcuno sotto sotto pensa di provare a infilare un proprio rappresentante in giunta, perché, si sa, la vera politica è un incessante gioco di scacchi tra preferenze, opportunismi e, naturalmente, pieni poteri.

Le motivazioni dietro il voltafaccia

Se vi aspettavate un lungo pamphlet motivazionale condito di nobili ideali e ragioni etiche, rimarrete delusi. Manuel Nardo è, tanto per cambiare, l’emblema dell’operatività, dell’efficienza, ovvero di quella classe imprenditoriale che preferisce i fatti alle chiacchiere da bar. Dichiara, senza vergogna apparente, da provenire da «una famiglia di imprenditori», e di essere dunque «abituato a fare».

Ecco qui svelato il segreto della politica moderna: non importa il colore o le promesse, se il potere è dalla tua parte allora l’efficienza imprenditoriale va celebrata. Rimanere all’opposizione, per il nostro brillante consigliere, equivale a perdere tempo e opportunità: meglio sedersi al tavolo dove si contano i voti e si spartiscono le poltrone.