Destinati all’opposizione, ma sempre fedeli ai loro valori, il Team K ha dimostrato di non conoscere il significato della parola “ritiro” durante l’amministrazione di Caramaschi. Il nuovo sindaco, Claudio Corrarati, ha iniziato alla grande incontrando proprio loro per primi… ah no, erano gli ultimi. Ma chi ci importa? La verità è che, evidentemente, il team non ha speranze di cambiare il mondo, almeno fino alla prossima tornata elettorale.
Non si è certo parlato di giunta in questo incontro, ma piuttosto di argomenti che riguardano il benessere (oh, che novità!) della città. Durante il colloquio del 23 maggio in Comune, il terzo con le forze politiche, Corrarati ha cercato di raccogliere spunti come se stesse partecipando a un concorso di idee. I temi in discussione? Magari migliorare la vita degli adolescenti, ma chi ha tempo per le chiacchiere quando si può restare impantanati nella burocrazia?
Il Team K, con l’approccio tipico di chi è in cerca di un senso alla propria esistenza politica, ha giurato di votare “punto per punto”, notoriamente una tecnica molto praticata. Paul Köllensperger, dopo il fatidico incontro in municipio insieme a colleghi come Matthias Cologna, Thomas Brancaglion e Giuliana Dragogna, ha saputo riportare lucidamente la situazione: “Non abbiamo parlato di giunta, ma dei giovani che si sentono abbandonati a Bolzano”. Bellissimo! Ma, giusto per ricordarlo, non è proprio il loro lavoro garantire che i giovani non fugghino da una città che, di “casa” e luoghi di ritrovo, ne ha ben pochi?
Certo, l’incontro è stato etichettato come “positivo”, ma chi non lo sarebbe in un clima di “cordialità” e “rispetto istituzionale”? È facile parlar bene di un dialogo quando i sogni di una gioventù insoddisfatta sono giusto buoni argomenti da discussione, ma non progetti concreti. Forse siamo tutti d’accordo su un semplice fatto: Bolzano potrebbe non essere mai conosciuta come la “città per giovani” senza un vero piano di azione. Ma chi è mai stato fermato dalla logica?
Köllensperger ha saputo cogliere l’unicità di Corrarati, che sembra più incline a sporcarsi le mani piuttosto che a perder tempo con ideologie vuote. La domanda ora è: quanto di questo pragmatismo si tradurrà in progetti reali e non in chiacchiere da bar?
Per chi non lo sapesse, i partiti che si erano rifugiati nel «blockfrei» insistono nel negare qualsiasi affiliazione. Secondo il Team K, si tratta di un’etichetta da riservare esclusivamente alla Svp o ad altre forze politiche, poiché loro hanno sempre avuto le idee chiare. Il consigliere Cologna non si fa scappare l’occasione di aggiungere qualche dettaglio succoso: «Non abbiamo parlato di una nostra partecipazione alla giunta, nemmeno l’abbiamo chiesta! Durante questo incontro, eravamo più interessati a scoprire il sindaco e il funzionamento di questa nuova amministrazione di centrodestra, che è già di per sé un esperimento inedito. Al momento, non abbiamo nemmeno idea se Corrarati ci convocherà di nuovo (mentre lunedì il sindaco vedrà la Svp e in settimana anche Gennaccaro, ndr). Sappiamo però che, in base alle nostre posizioni storiche, non possiamo accettare che l’Urbanistica rimanga in mano alla Volkspartei anche in questa amministrazione. Ecco, Corrarati ne è perfettamente al corrente.
La coalizione di centrodestra, da parte sua, è intenta a rivendicare la propria unità, tanto che i due notabili, Marco Galateo di FdI e Christian Bianchi di FI, durante il ricordo tragico della strage di Capaci, non si sono nemmeno presentati all’incontro, non delegando nemmeno un sostituto. Corrarati, insieme a Paolo Zenorini della Lega e Roberto Zanin di Civica per Bolzano, ha invece seguito il protocollo stabilito. «Finora abbiamo trattato solo gli argomenti, ma non negheremo il nostro riscontro a nessuno», afferma, con una cordialità che contrasta con ciò che ci si aspetta in questi frangenti. Staremo a vedere come i buoni propositi si traducano in incarichi, perchè i dialoghi ruffiani di oggi rischiano di trasformarsi in battaglie all’ultimo sangue domani.


