Bolzano, il debutto del nuovo Consiglio comunale: tra malfunzionamenti e contestazioni, spunta un presidente provvisorio

Bolzano, il debutto del nuovo Consiglio comunale: tra malfunzionamenti e contestazioni, spunta un presidente provvisorio

Dopo un assaggio che potrebbe davvero mandare tutto in frantumi, la maggioranza si conferma a dispetto dei pronostici e opta per Carlo Vettori (FdI), il quale, sorpresa delle sorprese, dovrà svuotare la sedia dopo le prime manovre della giunta. Nel frattempo, fuori dall’aula, scoppia un flash mob contro il divieto di sdraiarsi sulle panchine. Assolutamente prioritario, non c’è che dire.

“Assolverò il mio ruolo di presidente temporaneo al massimo delle mie capacità, mantenendo l’imparzialità nelle prime sedute. Attendo indicazioni dai miei compagni della maggioranza in relazione alla giunta.” Così Carlo Vettori, quasi le 21 del giovedì 5 giugno, rivela senza troppi giri di parole che la poltrona della presidenza è merce di scambio nel mercato delle poste del governo. Vettori riesce a strappare 24 voti su 44 consiglieri, come Johanna Ramoser dell’Svp, che con gran classe acquisisce il ruolo di vicepresidente. Il che suggerisce che la maggioranza, dopo settimane di frullamenti, è lì, bella e compatta. Perché mai non dovrebbe esserlo, dopo tanta confusione?

Critico, come sempre, il consigliere dem Stefano Fattor che etichetta la situazione come «una vera e propria presa in giro», con questa votazione che non porta a nulla di concreto, se non a una nomina di passaggio. Ma Claudio Corrarati, il sindaco, rassicura il popolo affamato di novità: la giunta sarà pronta entro mercoledì, anche se ci sono voci interne che insinuano possa servire qualche giorno extra, perché, si sa, il tempo è la vera risorsa.

Nel pomeriggio, la prima seduta del nuovo consiglio si è trasformata in un festival di confusione, simile al primo giorno di scuola, con tanto di imprevisti tecnici. Un’atmosfera di festa enfatizzata da chiasso e sorrisi smaglianti. I consiglieri, rieletti e nuovi, si scambiano abbracci come se fossero vecchi amici, pur provenendo da partiti che non potrebbero essere più distanti. I corridoi e la tribuna sono strapieni di parenti e conoscenti pronti a supportare i neofiti. Ah, l’affetto della famiglia, mai sottovalutarlo!

Poi arrivano i giornalisti, intenti a scovare informazioni su chi potrà presto godere di una poltrona assessoriale. Ma come un mago che fa scomparire il coniglio, si rendono conto che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, tranne le già conosciute voci sui futuri assessori. “La nostra squadra sarà pronta presto, stiamo solo rifinendo alcuni dettagli,” afferma il sindaco, camuffato da capitano in partenza, con la fascia tricolore e medaglione, ancora un colpo al cuore di emozione e orgoglio che non può nascondere. Ricorda anche quanto siano significativi questi simboli, come se il mondo intero stesse aspettando udienze di chiarificazione sui loro valori. “Oggi è il giorno della partenza,” rilancia, ignaro che l’unica traversata che ci aspetta sarà verso nuove complicazioni.

In questo nuovo ruolo, mi sento profondamente responsabile, un vero onore indossare la Costituzione. Ecco dove inizia il lavoro che chiunque sia seduto qui dovrà svolgere nei prossimi cinque anni. Ignorando completamente il teatrino della maggioranza e dell’opposizione, dobbiamo servire quei cittadini che, in un lampo di follia, ci hanno scelto.

Un mazzo di fiori per le consigliere! Ah, Juri Andriollo è l’ultimo ad arrivare, e non perde tempo a regalare mazzi di fiori a tutte le elette, comprese quelle dell’opposizione e, incredibilmente, anche a Corrarti, che lo ha non poco battuto al ballottaggio solo due settimane fa. E così inizia l’appello di Silvano Baratta (del Partito Democratico), il consigliere più anziano, presente dal 1985, in un rigoroso ordine alfabetico. E indovinate un po’? Andriollo è il primo della lista.

Tutto fila liscio, fino alle 18:10, quando la seduta si ferma per un problema tecnico. Un classico guasto agli impianti audio, con lo streaming online che va a farsi benedire. La seduta deve essere registrata, e il ritardo è obbligatorio. Ci si rimette in carreggiata alle 19, con Baratta che prova a prendere confidenza con il microfono: “Pronto, pronto”, mentre continua il classico scampanellio. E così l’appello si ripete da capo, con un’ora di ritardo. Mirabile.

Baratta poi spiega che l’assegnazione dei banchi è “provvisoria”, in attesa di nuovi assessori. Quando si parla di accordi sui posti, è sempre “per il bene politico”, dalla destra alla sinistra — una vera commedia greca! Non sembra affatto casuale che il punto centrale dei banchi traghetti tra Angelo Gennaccaro e Stephan Konder, una linea di confine per una maggioranza che, nel sogno del sindaco, potrebbe ampliarsi. E mentre il sindaco eletto viene convalidato, il pubblico applaude. Davvero incoraggiante!

Il giuramento di Corrarati prosegue, seguito da applausi, addirittura in tedesco. “Al servizio del bene pubblico” è l’epico finale della sua formula. Si ricorda di avere “una grande responsabilità” verso i cittadini e di fare riferimento a tutti i politici con più esperienza. Parole, parole, parole! Con l’occasione, vorrei sottolineare che ci vuole “ascolto e rispetto”, così ci metteremo al lavoro — un mantra che suona piuttosto vuoto, non trovate?

Tuttavia, all’interno del municipio, l’unico assente è il resto della giunta, i sei assessori destinati sedere accanto a Corrarati. Ma nel frattempo, verso le 17:00, si svolge un nuovo flash mob di Bozen Fiorisce, contro il divieto di sdraiarsi sulle panchine. Mentre si siedono in terra, gridano: “Volete una città in cui le persone abbiano spazio o una che spinge via ed esclude?”

Una protesta che non passa inosservata: il consigliere Matthias Cologna risponde promettendo che “una proposta di delibera per abrogare questo divieto” sarà il primo atto politico del Team K. Una vera e propria lotta per la sopravvivenza cittadina!

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