Bologna si scatena: 3,6 milioni di cauzione per i danni da alluvione e intanto Comune e Regione si preparano a fare guerra legale

Bologna si scatena: 3,6 milioni di cauzione per i danni da alluvione e intanto Comune e Regione si preparano a fare guerra legale

Bene, pare che il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna stiano valutando di presentare reclamo contro un’ordinanza del tribunale locale che, udite udite, gli ordina di sborsare una cauzione o polizza assicurativa da 3,6 milioni di euro per i cosiddetti “danni temuti” dai residenti lungo il torrente Ravone, colpiti dall’alluvione di ottobre scorso. Sì, avete capito bene, “danni temuti”, ovvero quelli che potrebbero accadere in futuro, ma nel dubbio, paghiamo subito.

Il tribunale di Bologna, con il giudice Paolo Siracusano al timone, ha accolto la richiesta di una ventina di abitanti di vie come Zoccoli, del Genio e di Ravone. Questi, armati di coraggio e dell’avvocato Adriano Travaglia, insieme al Comitato per la tutela dal dissesto idrogeologico di Bologna, hanno sfidato gli enti pubblici. Ma non temete, Comune e Regione rispondono a tono, tranquilli.

Prendendo atto – come si suol dire – della sentenza e ricordando di avere “già avviato lavori” qua e là, come in via Zoccoli e prossimamente in via Montenero, nonché di avere stanziato 450 mila euro “per lavori in somma urgenza”, il sindaco Matteo Lepore e il presidente Michele de Pascale ci tengono a rassicurarci che la priorità è sempre la messa in sicurezza del bacino del Ravone. Giusto quel minimo dettaglio.

Il duo fa persino eco all’ordinanza del giudice, ammettendo che è “senz’altro vero” che Comune e Regione abbiano “in parte già eseguito e in parte stiano eseguendo tutto quanto in loro potere per mettere in sicurezza il bacino idrogeologico del torrente Ravone nel più breve tempo possibile”. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, ma almeno non partono in guerra contro i cittadini che hanno subito danni. Che gentilezza.

Alla faccia della magistratura, il sindaco e il presidente assicurano che continueranno a “lavorare in piena sinergia con la struttura commissariale di governo”. Eh già, perché la sicurezza del territorio e dei cittadini è una missione sacra, fatta di “azioni concrete” (le cui tempistiche, tristemente, restano però avvolte nel mistero). Così facendo, forse, riusciranno a recuperare qualche consenso in quella che sembra più una gara al rimando senza fine.

via Zoccoli si destreggiano tra risarcimenti e responsabilità, come se fosse un passatempo nazionale. Oggi possono finalmente commentare, con l’entusiasmo di chi guarda un dramma altrui, la causa intentata da alcuni di loro contro il Comune, la Regione e il Consorzio Bonifica Renana. Il giudice Paolo Siracusano, con la propria sentenza, ha avuto la magnanimità di dare loro ragione.

Un residente, che ha preferito osservare dagli spalti e non partecipare, commenta con una punta di sarcasmo: “Sappiamo quello che abbiamo letto sui giornali. Il Tribunale ha deciso che gli enti preposti dovranno pagare una cauzione o stipulare una polizza per eventuali danni futuri. Forse, e sottolineo forse, questo potrebbe aprire una porta per ottenere un risarcimento anche per i danni già patiti l’autunno scorso. Potrebbe”.

Peccato che nella zona non agisca un solo comitato, ma un’armata di comitati autoproclamati, quasi a competere su chi fa più rumore. Il risultato? Caos totale e azione in ordine sparso. Gli audaci ricorrenti, difesi dall’avvocato Adriano Travaglia, hanno avuto il sostegno del Comitato per la tutela dal dissesto idrogeologico, che sembra più una congrega di esperti cartacei.

Un condomino del civico 17 spiega con lucida confusione: “La cauzione ammonta a 3,6 milioni. Ma che cifra è? Il totale dei danni dei soli ricorrenti o dell’intera via? E se solo chi ha fatto causa sarà coperto, noi poveri altri condòmini dobbiamo necessariamente metterci in proprio? La situazione è un guazzabuglio di carte poco comprensibili, ma intanto una responsabilità è stata sancita. Anche il giudice ha stabilito, con personalissimo ragionamento statistico, che l’evento non è più considerabile come ‘eccezionale’”. Restano però i danni, quelli veri.

Un altro residente fornisce un aggiornamento che farà felici i più pragmatici: “A quanto pare, non c’è ancora una procedura per accedere al bando regionale. Quello comunale? Una barzelletta: 5 mila euro a condominio per le parti comuni, 5 mila euro a testa e qualche eventuale altra elemosina per danni nelle abitazioni, ma ovviamente niente cantine o garage, come ha già ribadito il Comune. Tradotto: si paga poco e si esclude tutto il superfluo”.

Non potevano mancare le classiche prese di posizione politiche, proprio come in uno spettacolo già visto. La Lega, tramite Matteo Di Benedetto, co-presidente dell’ennesima commissione speciale, ha fatto sapere: “Ho già notificato agli altri co-presidenti l’urgenza di convocare la commissione. Come consiglieri, dobbiamo proteggere i cittadini e chiamare l’amministrazione a rispondere pubblicamente delle proprie mancanze”.

Anche la capogruppo di Fdi, Francesca Scarano, è intervenuta, ricordando l’importanza di “responsabilità e interventi” che – per fortuna – cominciano ad essere menzionati finalmente, come se fossero un’invenzione recente.

La ciliegina sulla torta arriva con la soddisfazione del Comitato per la tutela dal dissesto idrogeologico, che ha annunciato trionfante la “fine della favola dell’evento eccezionale”, ormai non più utilizzabile in tempi di cambiamenti climatici che, per qualche misterioso motivo, vanno invece contrastati con prevenzione puntuale. E guarda caso, proprio loro hanno deciso che la protezione deve essere rigorosa… peccato che tutto questo discorso arrivi dopo che la strada è già franato.

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