Ah, i meravigliosi risultati di un referendum, dove il Borgo Panigale-Reno fa da apripista con un suo straordinario 29% di contrari. Ma non è finita qui, in una manciata di comuni della provincia i «no» superano il 40%. La vicesindaca Clancy si lancia in un’analisi profonda: «Si è pagata la polarizzazione e l’uso politico delle persone». Ah, che vero capolavoro di analisi sociopolitica!
La “frenata delle periferie” è un fenomeno da studiare: i quartieri più popolari si dimostrano più ostici, con il Borgo Panigale-Reno a 29%, il Savena a 25,5% e il Navile a 24,9%. Mentre nel centro benestante, nel Santo Stefano, i contrari si fermano a un sorprendente 17,7%. Da qui si potrebbe dedurre che il Partito Democratico abbia un po’ di introspezione da fare. Già, perché il risultato del quesito sulla cittadinanza è decisamente peggiore nei quartieri dove il Pd ha ottenuto più voti alle ultime europee. Un colpo di genio, non c’è che dire!
In alcune sezioni del centro, i «sì» quasi toccano il plebiscito, come alla 95 delle medie Zamboni di vicolo Bolognetti con un scintillante 91,9%. Eppure, in altri angoli della periferia, i «no» sono quasi in parità, come alla 411 della scuola Guercino nel Savena, dove il 40,2% di contrari si fa sentire. Ah, la democrazia, quella meravigliosa illusione! Ma, sorpresa, il flop sul referendum per la cittadinanza è ancora più evidente a livello metropolitano. Quattro elettori su dieci hanno votato contro in oltre una dozzina di comuni: a Molinella i «no» raggiungono il 43,5%, a Sant’Agata Bolognese il 44,7%. E a Castel del Rio? Tutti divisi, 50% pro e 50% contro. Anche a Marzabotto, luogo simbolo della Resistenza, il 35% non ha voluto sapere del taglio dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana. Una vera lezione di storia, non c’è che dire!
Ora, la vicesindaca Emily Clancy si lancia in una riflessione profonda: «Dieci anni di propaganda» hanno influito su questa delusione, accusando una polarizzazione che affligge l’opinione pubblica. Certo, perché nessuno ha mai pensato che la politica dovesse, mh, magari, informare la gente? No, meglio giocare a scarica barile: «Il referendum ha pagato il fatto che siano state scaricate su questo strumento le mancanze degli ultimi decenni». Così, un grande applauso alla politica!
La delusione proviene anche da Annamaria Margutti, che guida il Centro lavoratori stranieri della Cgil, la quale si aspetta che le cose vadano meglio. Ma, ahimè, i risultati sono bassi anche in comuni della città metropolitana. Secondo lei, alla base dei «no» ci sia una «scarsa conoscenza» della legge attuale. Ma davvero? Perché mai le persone dovrebbero avere informazioni sui diritti civili! E poi, la famosa frenata delle periferie, causata da una vulgata della destra? Una vera competizione all’ultimo respiro per le risorse, perché tutti sanno che la cittadinanza porta a case popolari in abbondanza. Geniale!
Quanta saggezza in queste parole! Marco Valbruzzi, politologo, scava ancora più a fondo nel profilo degli elettori dem, concludendo che la divisione centro-periferia stia dietro alla risposta differente dei territori. «La differenza non la fa il censo, ma il livello di istruzione e l’età». Ecco, è come se avessimo scoperto l’acqua calda! La concentrazione di giovani e più istruiti nelle zone centrali porta a una maggiore propensione verso il «sì». E gli elettori più anziani e meno istruiti? Certo, si concentrano sui diritti del lavoro, ma con una visione rigida su quelli civili. Un’efficace analisi socioculturale!»


