Bologna celebra l’Europa: evento in diretta oggi per una causa comune di democrazia, pace e giustizia sociale

Bologna celebra l’Europa: evento in diretta oggi per una causa comune di democrazia, pace e giustizia sociale

«È una giornata fondamentale, poiché finalmente portiamo in piazza l’unico attore che fino ad oggi è rimasto in silenzio: la società civile, che chiede un’Europa più coesa e giusta. Una società civile che sa bene che un’Europa divisa è intrinsecamente più fragile». Così si esprime il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, dopo un’importante riunione con la giunta di Firenze che anticipa la manifestazione.

Il silenzio dei partiti

Nell’occasione, il sindaco ha scelto di non commentare l’iniziativa dei Cinque Stelle tenuta a Roma il giorno prima. «A noi importa poco ciò che accade all’interno dei partiti; questa è una manifestazione della società civile». Una posizione che chiaramente pone in evidenza la sfida tra le aspirazioni dei cittadini e le contorsioni politiche.

Critiche e nervosismo

Lepore ha risposto anche alle critiche provenienti dal centrodestra, il quale ha minacciato di presentare esposti alla Corte dei Conti riguardo all’uso di fondi pubblici per l’organizzazione dell’evento: «C’è sempre troppo nervosismo nel centrodestra; qui si trova solo gente che ha diritto di manifestare». La difesa della mobilitazione popolare invita a riflettere sulla reale disponibilità dei partiti a ascoltare le voci al di fuori delle loro élite.

Riflessioni e realizzazioni

Che dire poi delle promesse di unità? La società civile continua a battere i pugni sul tavolo, mentre i partiti ballano al ritmo delle loro ambizioni. Potrebbe sembrare un paradosso, ma gli eventi che invitano alla partecipazione pubblica spesso diventano terreno di scontro tra coloro che stanno nel palazzo e coloro che vivono sulla strada. Servirebbero proposte concrete e meno retorica da entrambi i lati.

Secondo la logica dei numeri, dove andiamo a parare?

In questo contesto, una domanda sorge spontanea: quali sono i reali vantaggi delle manifestazioni, se poi non si concretizzano in politiche significative? La scarsa reattività alle esigenze del cittadino chiama in causa non solo la capacità di ascolto della politica, ma anche la sincerità delle sue promesse. Siamo connessi più che mai, eppure il dialogo sembra languire. O forse è solo un’illusione temporanea?

Possibili soluzioni: e se…?

Potremmo considerare un sistema in cui le voci della società civile siano effettivamente ascoltate e integrate nelle decisioni politiche, piuttosto che trattate come un fastidio. Chissà, magari coinvolgere esperti di comunicazione e facilitatori di dialogo potrebbe essere un primo passo. Oppure, ricorrere a campagne informative efficaci per educare tutti noi su come intervenire, potrebbe ridurre l’ignoto e promuovere una serena agitazione civile. Ironia della sorte, attuare ciò potrebbe rivelarsi più difficile che organizzare una manifestazione.

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