Ma certo, cosa c’è di più scontato di un evento della Cgil in piazzale Alpini, giusto a ridosso di un referendum? Ed ecco che scoppia la polemica, come se fosse una sorpresa. A Palazzo Frizzoni, l’avvocato Marco Saita si alza in cattedra con un post sui social, puntando il dito contro la “maxi affissione a sostegno del sì” allestita per l’occasione. Ma davvero? Già che ci siamo, chi diavolo se ne frega della prassi!
Questo è il posto dove, secondo il penalista, una piazza pubblica non dovrebbe mai trasformarsi in un cartellone pubblicitario sporco di propaganda. E che dire della sua affermazione incredibile? Il gentleman è favorevole a ben quattro quesiti su cinque, ma si lamenta lo stesso. Come se questi panni sporchi non si dovessero lavare in casa, ma sotto il sole della piazza.
Ma poi, il fulcro vero è che Saita ci delizia con riferimenti normativi a sfondo legale, perché ovviamente ogni giunta comunale deve scrivere una benedizione a tutti i gruppi politici. “Dal 9 maggio,” biascica il nostro avvocato, “ogni forma di propaganda elettorale luminosa o figurativa è vietata!” Eppure, ci si dimentica che tra il dire e il fare c’è di mezzo non solo il mare, ma anche una giunta che ama le feste.
L’ingegnosità della politica è vera arte: Alberto Ribolla, leghista di professione, non si fa attendere e scrive su un social: “La Legge vieta la propaganda 30 giorni prima di ogni elezione.” Ma chi lo nega? Certo, la giunta dovrebbe rispondere. Qui, la Legge è come un amico che torna sempre a far visita, anche quando non è particolarmente gradito.
La situazione si complica quando entra in ballo Ida Tentorio, capogruppo di FdI, che decide di fare da eco al post di Saita. Non contento, il capogruppo leghista Alessandro Carrara, in un colpo da maestro, si unisce a lui, a Ribolla, a Tentorio, e manco per sogno si ferma lì. Sì, ci sono anche Giulia Ceci e Andrea Pezzotta a completare il quintetto da Oscar, presentando un’interrogazione che grida vendetta. E quale sarà la domanda? Se l’evento della Cgil… ehm, “così come organizzato” non offenderà i regolamenti comunali. Ma certo, perché le regole sono fatte per essere… esaminate? Scherza!
La cosa buffa è che, dopo qualche ora di silenzio, l’amministrazione decide di rispondere. E che sorpresa! Spiegheranno che “è prassi”. Ma certo, prassi per chi? Per chi ha realmente interesse a navigare in acque tempestose. E così, la storia va avanti, come un eterno ciclico di inutili polemiche e un’improbabile apparente coerenza!
È davvero notevole come si decida di non avere una lungimiranza nella pianificazione degli spazi pubblici per i comizi elettorali. Sì, certo, perché è molto più facile autorizzare l’uso di luoghi come piazale Alpini solo dopo che qualcuno abbia fatto richiesta. Che approccio innovativo, vero? La giunta, con la sua saggezza infinita, dichiara che tale utilizzo “va considerato come un evento di chiusura di campagna referendaria”. Oh, beh, che generosità!
Naturalmente, tutto deve essere fatto “nel rispetto della convenzione in nome e per conto dell’amministrazione comunale”. Immagino che a nessuno verrebbe in mente di fare qualcosa di diverso, vero? E, come se non bastasse, c’è l’inevitabile scadenza: allo scoccare della mezzanotte, l’allestimento deve essere rimosso o, in un eccesso di rispetto per la pulizia, coperto. Ma chi ha pensato a tutto ciò? Un genio, senza dubbio!


