Bce festeggia inflazione sotto il 2% mentre l’incertezza economica fa ancora il giocoliere

Bce festeggia inflazione sotto il 2% mentre l’incertezza economica fa ancora il giocoliere
Fucsia velenosa sul futuro economico dell’eurozona: inflazione sotto controllo o magia statistica?

È proprio vero che quando la realtà economica ti sfugge di mano, basta lanciare qualche frase assortita di confusione e sperare che nessuno noti il trucco. Fabio Panetta, fresco di conferenza per i 50 anni di Prometeia a Milano, non si è certo tirato indietro dal regalarci il solito cocktail di incertezza da manuale.

Secondo il governatore della Banca d’Italia, la politica monetaria nell’area euro si trova di nuovo a navigare a vista in un mare burrascoso di indecifrabile incertezza, causata, ovviamente, da “segnali contraddittori” provenienti dagli amici americani e – perché non aggiungere un pizzico di drama geopolitico – il teatrino perenne tra Israele e Iran. Una ricetta perfetta per non capire nulla, insomma.

Non manca l’ottimismo: le previsioni della Banca centrale europea, dove lo stesso Panetta siede comodamente, annunciano per i prossimi mesi un’inflazione che, miracolosamente, resterà ben sotto l’obiettivo del 2% per un tempo prolungato, accompagnata da una crescita produttiva tanto debole da sfiorare la letargia. A conferma di ciò, Eurostat ci regala un 1,9% di inflazione a maggio, giù dal 2,2% di aprile, perché ognuno ha bisogno delle sue dosi di speranza statistica.

Panetta, con la saggezza di chi ha consultato enormi quantità di numeri senza mai trovare una certezza, ci ricorda che predire l’economia è sempre stato uno sport impossibile — non siamo particelle fisiche da manipolare a piacimento, ma individui che reagiscono, anticipano mosse e tessono strategie. Ah, che sorpresa! Durante la pandemia e il picco inflazionistico del 2022-23, i modelli econometrici si sono rivelati poco più che oracoli falliti, scatenando un bel dibattito sulla loro tanto decantata affidabilità.

Un dettaglio da non sottovalutare, perché “errori significativi” nel prevedere l’inflazione possono mettere a rischio non solo l’azione delle banche centrali, ma anche la stabilità dei prezzi, la crescita economica e il lavoro. Meno male che Panetta ha la soluzione: la colpa, ovviamente, è tutta degli “shock esogeni”, quei fattori imprevedibili di natura geopolitica o ambientale che nessuno poteva inserire nei modelli, tipo l’invasione russa dell’Ucraina che ha fatto impazzire prezzi energetici e alimentari, responsabili dell’80% delle discrepanze previsionali del 2022.

E mentre noi semplici mortali tiravamo la cinghia, la Banca d’Italia si portava a casa l’onore – si fa per dire – di aver sbagliato le previsioni più grandi a causa di fattori chiarissimi e sulla bocca di tutti. Ma niente panico, assicura il governatore, perché l’errore è destinato a diventare un compagno di viaggio inseparabile.

Infatti, il magnifico lavoro sui modelli matematici, che tanto prometteva di renderci tutti più sicuri, non sarà mai finito. Come chiusura di questo spettacolo di chiarezza, Panetta ci regala la sua perla di saggezza, citando una battuta celebre che suona più come un’ammissione: “è difficile fare previsioni, soprattutto quando…” — peccato che non finisca la frase, quasi a lasciarci sospesi nella meraviglia di quanto poco possiamo fidarci di queste “previsioni”.

“Ci troviamo in un momento così incerto e complicato da far sembrare un rebus la situazione economica globale,” ha detto qualcuno con una fede quasi religiosa nel futuro. Ovviamente, dobbiamo guardare avanti con “senso di responsabilità” e “fiducia”, perché, sapete, il cambiamento è il nostro stato naturale. E in ogni nuvola di incertezza, secondo Angelo Tantazzi, presidente di Prometeia, si nasconde sempre un’opportunità per un miracolo economico. Come no.

Naturalmente, anche l’intramontabile realismo arriva da Klaas Knot, governatore della banca centrale dei Paesi Bassi. Con la sua saggezza da oracolo ci ricorda che i dazi sono “una vera incognita”, e prepararsi è come fare la predizione del futuro con una sfera di cristallo rotta. Dopo la vittoria di Donald Trump tutti sapevano che avrebbe ostacolato il commercio internazionale. Ma l’Europa, a quanto pare, ha preferito fare finta di niente e ora si chiede se si sia preparata a dovere. La risposta? No, per nulla. Un applauso all’efficienza europea.

Adesso entra in scena il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, che ha una visione tutta sua: l’Europa non deve allearsi con la Cina per contrastare i dazi statunitensi. La Cina, si sa, è una “minaccia molto forte” e fare squadra con Pechino sarebbe un modo rapido per perderci tutti. ”Siate orgogliosi di essere italiani, spagnoli, francesi, europei,” ha detto con il solito ottimismo tipico di chi non fa conti con la realtà, “perché è meglio essere europei oggi piuttosto che americani.” Mah, pensate un po’.

Il banchiere francese, prima di mandarci a letto con queste splendide prospettive, ha deciso di parlare anche della nuova moda finanziaria, il mito di Bitcoin. Quando gli hanno chiesto se ci investirebbe, la risposta è stata un classico “No, grazie”. Con una franchezza disarmante ha confessato che, onestamente, non potrebbe neanche farlo, ma comunque non lo farebbe. Per lui i bitcoin non sono valute, ma solo asset digitali rischiosi con cui si può tentare la fortuna. Una vera benedizione per chi ama l’adrenalina finanziaria.

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