La Banca Centrale Europea ha deciso di ridurre il tasso d’interesse di 25 punti base (0,25), portandolo a un amato 2%. Oh, che emozione! Si tratta del nostro ottavo taglio dei tassi nel giro di un anno. Ricordate quando, fino al 12 giugno scorso, il tasso era al 4%? Ah, como vence il tempo! Oggi, questo livello è considerato «neutro». Tradotto: non spinge l’economia né la frena. Con l’inflazione che avanza, il tasso reale è praticamente zero, perfetto per i nostri sonni tranquilli. Gli analisti, sapete, sono così bravi a prevedere le cose, che chiunque avrebbe potuto immaginare questa mossa, specialmente dopo aver visto l’inflazione balzare all’1,9% a maggio, un gran segnale per un bel allentamento monetario!
La presidentessa della BCE, Christine Lagarde, in un momento di grande cavalcata verso la gloria, ha dichiarato: “Con il taglio di oggi siamo in una buona posizione per navigare nell’incertezza che è all’orizzonte.” Ma che parole magiche! Peccato che il taglio di 25 punti sia stato sostenuto “quasi all’unanimità”; un solo ribelle ha osato dissentire. Poi ha anche detto che siamo “vicini alla fine di un ciclo di politica monetaria” e potremmo regalare un abbraccio caloroso agli shock come il Covid, la guerra in Ucraina e la crisi energetica. Oh, che tempi di cambiamento!
Certo, tassi più bassi portano anche a un bel balzo dei prezzi. La giostra non finisce qui, perché un’ulteriore riduzione è all’orizzonte a settembre. Ah, che genialità! Questo perché gli Stati Uniti si sono finalmente decisi a chiacchierare e dobbiamo capire gli effetti economici dei dazi. Chi ha un mutuo a tasso variabile non può che ballare di gioia, mentre per chi deve accenderne uno nuovo, è tutta musica per le orecchie.
In fin dei conti, qualsiasi prestito diventa un po’ meno oneroso. Secondo alcune simulazioni, per un mutuo di 20 anni tra 100mila e 200mila euro, il risparmio mensile sulla rata si aggira tra i 13 e i 27 euro. Wow, un’affare clamoroso! Ciò significa che nell’arco di un anno si risparmiano tra i 156 e i 324 euro. Mica male, vero?
L’Euribor, l’indicatore che ci guida verso il mondo dei mutui, è ora sotto il 2%, mentre solo a novembre 2023 era al 3,97%. La riduzione del tasso della BCE di 250 punti base (da un bel 4,5% di settembre 2023 al 2% odierno) ha “regalato” una riduzione di soli 118 punti base sui mutui per le famiglie. Fantastico, vero? Un passo avanti, ma mica poi tanto!
Per chi ha “occhi di falco”, sul mercato, è possibile scorgere le prime proposte a tasso variabile che sorridono più delle fisse. Per i tassi variabili, ci sono offerte che partono da 2,53%, il che significa una rata di 567 euro, mentre il tasso fisso è a 2,66%, con una rata di 575 euro. Ma la maggioranza delle offerte, ahimè, è ancora favorevole ai tassi fissi. Il mercato, ah che grande mistero!
Rimanendo in tema di “previsioni”, la BCE ha abbassato le stime sull’inflazione per il 2025, portandola al 2%, all’1,6% nel 2026 e di nuovo al 2% nel 2027. “Le revisioni al ribasso riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori,” ci illustra la BCE nel comunicato ufficiale. Ah, i tanto agognati “prezzi inferiori”!
In termini di ottimismo, la Lagarde afferma che “la gran parte degli indicatori di inflazione di base suggeriscono una stabilizzazione sostenibile all’obiettivo del 2%”. Un /b>obiettivo che sembra avere una vita propria. Ma niente paura, perché per il 2025, la crescita della zona euro è stimata all’0,9%, un bel miglioramento rispetto alle aspettative. D’altra parte, la crescita per il 2026 è stata ridotta all’1,1% dal 1,2% di dicembre. Ecco il gioco delle percentuali! E se le tensioni commerciali aumentano, chissà cosa potrebbe succedere. Una cosa è certa: se si risolvono bene i negoziati, lo scenario potrebbe di colpo diventare rosato.
Infine, la Lagarde ha smentito ufficialmente le voci di una sua uscita anticipata dalla presidenza della BCE. Un coup de théâtre, non c’è che dire!



