Ballottaggi in Trentino: il popolo ha il potere di decidere, ma chi ci crede ancora?

Ballottaggi in Trentino: il popolo ha il potere di decidere, ma chi ci crede ancora?

Quasi novantamila cittadini del Trentino si trovano oggi di fronte all’onore e onere di eleggere un nuovo sindaco o sindaca. Sì, undici Comuni non sono riusciti a risolvere il complicato puzzle elettorale nel primo turno del 4 maggio, il che ci porta al ballottaggio. Arco, Avio, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Mori, Novella, Pergine, Riva del Garda, Ville d’Anaunia e Volano sono i prescelti. Ecco, ora non ci sono scuse valide: il popolo ha un potere di scelta totale, e non ci sono liste bloccate o manovre di partito a rovinare la festa.

Certo, molti non potranno votare il loro candidato preferito, dato che non ha superato il primo turno. Solo a Cles e Borgo ci sono stati apparentamenti che, in un modo o nell’altro, tengono in gioco alcuni degli sconfitti. Ma, ahimè, la democrazia funziona così. Bruno Dorigatti, già presidente del Consiglio provinciale e fiero militante del PD, ha sentenziato: «Non andare a votare è sempre sbagliato e pertanto io voto il male minore». Maestro della responsabilità, Dorigatti sta facendo un grande servizio al nostro sistema democratico.

Dal suo punto di vista, che sa di olio di ricino e convenienza politica, lui è assolutamente certo: «Oggi serve un atto di responsabilità di fronte a un quadro di forte mutamento. Il rischio e l’errore sarebbero di spostare l’asse politico ancora più a destra. Di fronte ai partiti sovranisti e nazionalisti, il nostro compito è quello di cercare le soluzioni meno dannose». Certo, come se «meno dannoso» fosse una gran bella aspirazione in politica.

Naturalmente, il campanello d’allarme può suonare anche per chi si trova nel centrodestra: c’è bisogno di impegnarsi per sostenere il cambiamento! Ma quale cambiamento, vi chiederete? Quello che porta sempre verso il “mare” delle politiche populiste? Ma andiamo!

Orizzonte municipale

Detto ciò, lasciamo da parte l’iperbole e facciamo un passo indietro per ricordare che l’orizzonte è pur sempre municipale. Come ha scritto con arguzia Marco Brunazzo nel nostro editoriale di giovedì, non siamo negli Stati Uniti, dove le elezioni di mid term si inseriscono in quel complesso sistema di pesi e contrappesi che, almeno in teoria, frena il potere presidenziale. Qui, ci viene chiesto semplicemente di decidere chi dovrà amministrare la nostra comunità. E se va male? Beh, benvenuti nel cuore della democrazia!

È affascinante come si possa garantire il benessere con provvedimenti che sembrano insignificanti, come rattoppare le buche nell’asfalto. Certo, i partiti politici si affannano sempre a tirare il lenzuolo dalla propria parte, ma ci duole ammettere che non si tratta di fare un favore o un dispiacere al governatore Fugatti; si tratta piuttosto di decidere chi sia davvero il più adatto a rivestire il ruolo di «nostro» sindaco o «nostra» sindaca. Non fraintendeteci: non stiamo negando l’impatto delle tensioni all’interno della maggioranza provinciale, specialmente la crescente insofferenza della Lega per il successo dei Fratelli d’Italia; stiamo semplicemente sottolineando che, ora come ora, contano solo i nomi sulla scheda elettorale e nient’altro.

Trovare un filo conduttore tra gli undici ballottaggi è una vera impresa. Le situazioni particolari (pensiamo a Riva e Arco, dove un’inchiesta giudiziaria ha messo in evidenza gli intrecci tra politica e affari) pesano molto, ma non dimentichiamo le ruggini personali e vari fattori locali. Insomma, oggi, in undici Comuni, il “popolo” avrà l’occasione di premiare chi meglio rappresenta i suoi valori e interessi—che, lo diciamo senza timore, non sono un peccato quando sono garantiti dalla legge e dalla trasparenza. La sorprendente parità al primo turno dei due candidati al trono di Cavalese dimostra che basta un voto per cambiare le sorti di un’amministrazione. Da domani, a prescindere dalle percentuali di affluenza, i vincitori saranno legittimati a governare, anche se dovranno comunque preoccuparsi di capire quanti elettori hanno disertato le urne e sforzarsi di rivitalizzare la partecipazione alla vita comunitaria.

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