Avio, dopo la sconfitta elettorale, viene omaggiato tra i necrologi: «I miei figli? Scossa eterna»

Avio, dopo la sconfitta elettorale, viene omaggiato tra i necrologi: «I miei figli? Scossa eterna»

Quando si parla di campagne elettorali, di certo non ci si aspetta un trattamento da premi Nobel per la Pace, giusto? Eppure, nel piccolo comune di Avio, c’è sempre spazio per il colpo basso dell’ultima ora. Chi non ha mai sognato di vedere la propria foto comparire tra i necrologi? Un vero classico della crudeltà elettorale! E pensate un po’, il messaggio che accompagnava il tutto non è affatto affettuoso: «Le cattive notizie corrono più veloci di quelle buone. Condoglianze». Davvero un tocco di classe, complimenti.

La battaglia tra il sindaco uscente, Ivano Fracchetti, e l’ex primo cittadino, Federico Secchi, ha colpito le teste e le stesse muraglie di Avio. Fracchetti, sostenuto dalla Lega, ha trionfato con un sontuoso 63,83%, lasciando Secchi a leccarsi le ferite. Insomma, non è esattamente la fine del mondo, ma i festeggiamenti abbaglianti possono davvero ingannare. Ma a quanto pare, qualcuno in città ha deciso di festeggiare a modo suo: appendendo la foto di Secchi in una bacheca di necrologi. Oh, che originalità!

Secchi, visibilmente scosso dall’accaduto, ha commentato: «Quando ho visto la mia foto appesa tra i necrologi…»
«con me c’erano pure mia moglie e i miei due figli (entrambi minori, ndr) che sono rimasti molto traumatizzati». Se questo non è un colpo basso, non so cosa possa esserlo! Davvero un gesto rispettoso, soprattutto per una persona la cui carriera politica è stata finalmente messa a riposo. Tuttavia, l’ex sindaco si è affrettato a sottolineare come ciò non fosse una semplice goliardata: «Non la considero né una ragazzata né una goliardata, è stato irrispettoso sia nei confronti del sottoscritto sia dei defunti».

Ah, la «politica»! Non è mai banale. Secchi ha fatto notare un dettaglio: la sua foto non è stata incollata con il chewing gum, ma con la colla per manifesti elettorali. Quindi, siamo di fronte a un vero e proprio complotto! L’idea di una motivazione politica dietro a questo atto squallido non è affatto peregrina. Anzi, Secchi ha detto che con il suo avvocato sta valutando la possibilità di presentare denuncia per minacce. Certo, perché non aggiungere un altro capitolo al già drammatico romanzo della politica locale?

Infine, non possiamo dimenticare il nostro amico Fracchetti. Ha deciso di prendere le distanze dall’accaduto, come un esperto di galateo elettorale. Ma chi può dirci davvero cosa pensi della faccenda? Sarà stato orgoglioso della sua vittoria, o si starà chiedendo se il suo avversario abbia bisogno di un abbraccio sincero? Oh, la politica, un giardino fiorito di contraddizioni!

Eccoci di fronte a un “gesto irrispettoso e inaccettabile”, come amano definirlo i nostri illustri politici. Hanno una visione della politica basata sul rispetto, si dice. Come se l’autocrazia mascherata da democrazia fosse la risposta a ogni problema. E, naturalmente, la dignità di chi? Di chi ha proclamato che l’individuo conta davvero, a meno che non sia in conflitto con la loro idea di ritocco politico.

Ma andiamo avanti, perché chi siamo noi per opporci a tali affermazioni sacrosante? Condannare ogni forma di strumentalizzazione è il mantra da ripetere, specialmente quando ci si trova in una rampa di lancio di opportunità per colpevolizzare minoranze o oppositori. È quasi poetico, non trovate?

Il rispetto per le persone, le istituzioni e le regole democratiche. Certo, ci piacerebbe vederli applicati, magari nei dibattiti parlamentari o in quelle splendide conferenze stampa dove tutto è sempre perfetto e concordato, tranne, ovviamente, il reale rispetto verso quelle stesse istituzioni che proclamano di voler difendere.

Ma torniamo a quanto è stato detto. Parole magniloquenti, che sembrano quasi promettere la luna, mentre in realtà rappresentano l’ennesima facciata per nascondere la cruda realtà di un ambiente politico fondato su giochi di potere e propaganda. Un applauso per questa bellezza retorica, davvero.

L’idea che le provocazioni possano offendere la dignità personale o politica è solo l’ennesima contraddizione. Perché, diciamolo chiaro, la dignità si guadagna con le azioni, non con le parole. E se c’è qualcosa di provocatorio, è proprio il nostro sistema che si traveste da paladino della democrazia mentre ignora i fondamentali diritti umani di molti.

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