Quando pensi che il sistema non possa diventare più assurdo, spunta fuori l’ennesima truffa legalizzata: gli autovelox non omologati. Sì, hai letto bene. Per anni, milioni di automobilisti hanno pagato multe illegittime, mentre lo Stato e i Comuni hanno incassato senza battere ciglio. Ora i tribunali stanno cancellando le sanzioni, e la domanda è una sola: chi risarcisce il danno?
Una normativa inesistente e milioni di multe fasulle
Il problema è talmente ridicolo da sembrare una barzelletta: per funzionare legalmente, gli autovelox devono essere omologati, non solo “approvati”. Peccato che in Italia l’omologazione non sia mai stata regolamentata. Lo ha detto chiaro e tondo la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 10505/2024: le multe elevate con dispositivi privi di omologazione sono nulle. Eppure, da decenni, i Comuni installano autovelox senza alcun controllo reale. Se lo facessero i privati, parlerebbero di truffa.
Il delirio delle amministrazioni locali: difendere l’indifendibile
Di fronte a questa valanga di illegittimità, le amministrazioni locali cosa fanno? Chiedono scusa e rimborsano i cittadini? Ovviamente no. A Bologna, l’assessore Michele Campaniello annuncia ricorsi contro le sentenze dei giudici di pace che cancellano le multe. Geniale, vero? Invece di risolvere il problema, cercano di difendere un sistema marcio e di continuare a fare cassa sulle spalle degli automobilisti. Nel frattempo, il Comune conferma che gli autovelox restano attivi, perché la sicurezza stradale sarebbe in pericolo. Peccato che non sia la sicurezza a interessare, ma i milioni di euro che rischiano di svanire.
Il Ministero prova a tappare la falla, ma i giudici smascherano tutto
Di fronte alla pioggia di sentenze contro gli autovelox fuori legge, il Ministero dell’Interno ha tirato fuori dal cilindro un’interpretazione “salvagente”: secondo una circolare basata su un parere dell’Avvocatura Generale dello Stato, approvazione e omologazione sarebbero la stessa cosa. Peccato che i giudici non abbiano abboccato. Le sentenze di annullamento continuano, i dispositivi vengono sequestrati (come a Pietrasanta e Bagnolo di Po), e il Ministero delle Infrastrutture corre ai ripari istituendo un bel tavolo tecnico. Perché in Italia, quando il disastro è fatto, si istituiscono tavoli tecnici per guadagnare tempo e far finta di affrontare il problema.
Nessuno paga, tranne i cittadini
La domanda ora è una sola: chi risarcisce gli automobilisti che hanno versato soldi per multe mai dovute? Chi si assume la responsabilità di aver installato strumenti illegali per spennare i cittadini? Nessuno, ovviamente. Le amministrazioni locali si arrampicano sugli specchi, il governo cincischia, e chi ha pagato può solo sperare in una lunga e costosa battaglia legale per rivedere i propri soldi.
Soluzioni? La solita farsa all’italiana
E adesso? Le opzioni sono semplici:
- Rimborsare i cittadini? Impensabile, troppi soldi in ballo.
- Ritirare gli autovelox non omologati? Mai! Troppo comodi per far cassa.
- Creare una normativa chiara e legale? Forse, ma con la velocità della burocrazia italiana, ne riparliamo nel 2030.
Nel frattempo, milioni di italiani hanno pagato multe illegittime, e nessuno dei responsabili sarà chiamato a rispondere del disastro. Benvenuti in Italia, dove le regole valgono solo per chi paga, mai per chi incassa.