Arcobaleni e polemiche: Fratelli d’Italia si scagliano contro Kompatscher per il Pride, «ecco come si separano le persone per orientamento»

Arcobaleni e polemiche: Fratelli d’Italia si scagliano contro Kompatscher per il Pride, «ecco come si separano le persone per orientamento»

La bandiera arcobaleno, simbolo di pace e tolleranza, svetta orgogliosa nella sala stampa della Giunta provinciale di Bolzano. Finalmente, un colpo d’occhio delizioso! Ma aspettate, c’è di più: mentre i palazzi pubblici si tingono dei colori del Pride Month, il mondo politico sembra fare fatica a tenere il passo. La celebrazione dei diritti della comunità LGBTQIA+ culminerà il 28 giugno con una parata che si preannuncia epica. Ma prima di gustarci il festeggiamento, eccoci alle polemiche in Comune per il mancato patrocinio all’evento, che non potevano certo finire senza una dose di dramma provinciale.

Il clima nella maggioranza si fa rovente. Il presidente Arno Kompatscher, autore di questa brillante iniziativa per tutto il mese di giugno, accende la miccia della protesta. E chi si fa sentire? Il magnifico vicepresidente Marco Galateo, rappresentante dei Fratelli d’Italia, che annuncia una “clamorosa” forma di protesta. Immaginate, un politico che non entrerà in sala stampa fino a quando quella bandiera sventolerà! Ma che gesto audace e rivoluzionario!

La frattura diventa evidente a meno di un mese dal primo Pride di Bolzano, e si scoprono tensioni politiche inconfessabili. Kompatscher, con il suo emblema di apertura e inclusione, ha deciso di issare l’arcobaleno accanto alla bandiera provinciale. Non poteva fare diversamente, giusto? Ha optato per mettere pannelli informativi in tutti i palazzi e sostenere i diritti di una comunità che ha bisogno di più che mai di visibilità. «Il Pride Month è esportatore di valori come apertura, uguaglianza e libertà. Cosa c’è di più bello?» afferma con grande convinzione il nostro eroe governatore, giustificandosi che la sua azione rientra nel suo vasto potere istituzionale. E noi lo applaudiamo, tanto che non serve nemmeno un passaggio in giunta!

Ma non sembrano averlo presa bene i Fratelli d’Italia. Infatti, Galateo non è certo il tipo di politico che si tira indietro. La sua risposta è un mix di indignazione e arte drammatica: «Sono totalmente contrario.» Ecco, chi poteva immaginarlo? Grazie, Galateo, per il tuo coraggio nel far sapere al mondo che il tuo non è un atteggiamento molto… colorato. Ah, la politica, un’opera d’arte che ci regala sempre nuovi colpi di scena!

La questione è interessante: da una parte abbiamo un assessore di Fratelli d’Italia che, con grande convinzione, sostiene di avere il diritto di essere contrario a manifestazioni di diritti civili. Un diritto, certo, ma la sua posizione è altrettanto legittimata dalla fantastica argomentazione che le identità sessuali dividono. Ma davvero? Perché etichettare qualcuno è uno stigma, e non creare un recinto mentale, giusto?

Passiamo poi agli organizzatori del Pride di Bolzano, che hanno avuto l’illuminante idea di non chiedere patrocinio alla Provincia. Ma come, non ci si aspetta che la giunta con Fratelli d’Italia sia super accogliente? La vicepresidente, Adele Zambaldi, afferma candidamente che la presenza di Galateo in giunta ha frenato loro, mentre il presidente Kompatscher, parlando di apertura, si starà chiedendo come ha potuto perdere il controllo della situazione.

E poi c’è il caso del patrocinio comunale scoppiato come una bolla di sapone. Il neo sindaco Claudio Corrarati, con un genio per le “ragioni tecniche”, ha negato il supporto, scatenando le ire di Juri Andriollo, che accusa lui di essere solo un sindaco di destra. Ma attenzione, perché Galateo smonta tutto con l’argomentazione del “temporalizzare” per poi passare la patata bollente a qualcun altro. E chi l’ha detto che la burocrazia non può essere anche divertente?

Nel mentre, l’arcobaleno si fa sentire. Galateo (chissà, forse un acerrimo critico delle bandiere) ha sentenziato che una bandiera non cambia niente. Verissimo, l’umanità ha problemi ben più gravi: sicurezza, caro vita, lavoro… ma la bandiera, che non serve a granché, è solo una questione di coscienza. Ma Kompatscher, con il suo solito amore per le differenze, ci tiene a chiarire che l’importanza del gesto è indiscutibile.

Ma la situazione diventa una vera e propria farsa politica. Mentre Bolzano si prepara a un primo corteo dell’orgoglio arcobaleno con cinquemila partecipanti (non proprio un piccolo gruppo, eh?), la giunta si divide tra chi si fa portavoce dei diritti e chi preferirebbe un bel boicottaggio delle bandiere. E noi, comodamente seduti, ci godiamo questo spettacolo di contraddizioni politiche che, se non fosse così triste, sarebbe quasi comico.

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