Antonella Viola boccia l’idea del Pd: Sono madre e scienziata, scelgo la libertà e dico no alla candidatura in Veneto

Antonella Viola boccia l’idea del Pd: Sono madre e scienziata, scelgo la libertà e dico no alla candidatura in Veneto

Ci ha pensato a lungo, riflettendo su una proposta «lusinghiera» che, a conti fatti, sembra più debole di quanto si possa pensare. L’immunologa Antonella Viola, originaria di Padova, ha deciso di rifiutare l’invito della coalizione di centrosinistra a candidarsi come presidente della Regione Veneto alle prossime elezioni. La sua risposta? Un lungo video di quasi sei minuti, pubblicato sui suoi profili social, dove ha chiarito le sue motivazioni.

Scienza o Politica?

Iniziamo con una contraddizione piuttosto evidente. La scienziata definisce il suo ruolo nei termini di «donna, madre e scienziata». C’è un chiaro desiderio di restituire qualcosa alla sua regione, ma il suo impegno non è per la politica, ma per la scienza, che, paradossalmente, sembra avere la priorità su ogni ambizione politica. Sì, il suo lavoro di ricerca e insegnamento è di per sé una restituzione al territorio, ma non può non far sorgere domande su che tipo di «restituzione» ci si aspetti dalla scienza rispetto alla politica.

Dove finisce l’autonomia?

«Autonomia» sembra essere la parola chiave: Viola chiarisce che candidarsi con una coalizione significherebbe «abdicare» alla sua missione di scienziata. Ma paradoxalmente, è proprio quest’autonomia che potrebbe apparire come un privilegio di pochi, lontano dalle esigenze concrete di chi vive quotidianamente le difficoltà del Veneto. E mentre difende la sua neutralità, bisogna chiedersi: la scienza può realmente rimanere neutrale in un universo di complessa interazione sociale e politica?

Superare gli stereotipi di genere?

Un altro punto curioso è il riferimento agli stereotipi di genere. Viola menziona che la sua prima reazione alla proposta era un senso di inadeguatezza. È qui che il gioco si fa interessante; sembrerebbe che il suo rifiuto non sia solo una scelta razionale, ma anche una sorta di riflesso sociale che evidenzia quanto ancora ci sia da fare in merito ai pregiudizi di genere. Rimanendo lontana da un campo che potrebbe farla sentire inadeguata, la scienziata sta perpetuando lo stesso ciclo di disuguaglianza che vorrebbe combattere.

La democratizzazione della scienza

Un altro degli «impegni» di Viola è la divulgazione scientifica. Sì, portare la scienza al grande pubblico è fondamentale, ma nella pratica, la scienza è raramente alla portata di tutti. Questo «processo di democratizzazione», così ampiamente propagandato, è spesso in contrasto con l’accessibilità reale della scienza nella vita quotidiana della gente. Basta chiedere a chiunque abbia provato a spiegare un concetto scientifico complicato a un non esperto: le scintille della comprensione sono raramente così facili da accendere.

Possibili soluzioni o miraggi?

Dunque, che fare? Potremmo immaginare una situazione in cui la scienza e la politica collaborino attivamente, unendo forze per affrontare le vere sfide della società. Perché non pensare a un sistema in cui i ricercatori non solo pubblicano articoli, ma partecipano attivamente nel formulare politiche basate su dati scientifici? Ma a chi lo stiamo dicendo? È un’utopia, una speranza lontana. I ricercatori potrebbero anche continuare a battersi contro gli stereotipi di genere, mentre i politici continuano a promettere ciò che è “facile”, e gli scienziati restano nel loro mondo parallelo, chiusi nella torre d’avorio della ricerca.

In conclusione, ci troviamo di fronte a contraddizioni che affiorano tra il mondo della scienza e quello della politica: ogni tanto, insieme, potrebbero fare qualche passo verso il miglioramento, ma il cammino è lungo e tortuoso, costellato di frasi vuote e promesse non mantenute.

Considerando la situazione attuale, ci si potrebbe chiedere: è davvero una questione di competenze o più una questione culturale? L’esperienza di Viola ci offre un fotogramma chiaro di come le percezioni e i condizionamenti possano influenzare decisioni cruciali. Nella sua riflessione, emerge una contraddizione tipica: molti le avrebbero consigliato di accettare una proposta, sottolineando che sarebbe stata una «ventata di aria fresca» per la regione. Ma fresco rispetto a cosa, esattamente? In un contesto in cui le aspirazioni raramente si concretizzano, questo “fiato nuovo” diventa quasi una beffa.

Dare vs. Avere

Viola sente un forte senso di responsabilità verso la sua regione, il Veneto, dove ha studiato e cresciuto. Vuole restituire ciò che ha ricevuto, ma eccoci di nuovo davanti a una domanda velenosa: quanto è realmente possibile restituire a un sistema che spesso premierà la mediocrità piuttosto che il merito? La sua riflessione sul «senso di responsabilità verso la scienza» è un bel motto, ma potrebbe mascherare il fatto che l’aspettativa della competenze viene inesorabilmente plasmata dal contesto.

Le aspettative e i limiti

Cosa significa essere considerata «non abbastanza»? È una narrazione prevalentemente femminile, ci ricorda il contesto. E allora, ci si chiede: fino a che punto la socioculturalità definisce i limiti delle nostre aspirazioni? La responsabilità sembra esserci eppure la retorica sulla “nuova leadership” sembra più un miraggio che una realidade. Se tanti hanno detto a Viola di accettare per il bene della regione, dove sono coloro che le incoraggiano a rimanere al sicuro nello stato attuale?

Possibili soluzioni? O solo sogni?

È fondamentale chiedersi: come si può davvero migliorare una situazione se ci si limita a voler «dare» senza una reale visione? I cambiamenti spesso si annunciano con toni trionfali, mentre l’implementazione dei piani rimane a uno stadio di pura teoria. Che dire, allora, di implementare reali strategie di inclusione? Magari, l’idea di una leadership femminile di successo sarà solo una promessa che si scioglie come neve al sole, a meno che non ci sia una rottura netta con il passato “salvato” nella retorica. Ma chissà, forse questo richiede una trasformazione che il tempo dirà se è davvero all’orizzonte.

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