Un uomo di 57 anni ha scelto una tragica mattina per trasformare la sua rabbia in un gesto estremo. Ha raggiunto la sua ex moglie, che lavorava come donna delle pulizie in una villa appartenente a un imprenditore, e, dopo l’ennesimo litigio — perché si sa, a volte una discussione basta per far perdere completamente il controllo — l’ha ferita per tre volte a un fianco con un coltello. Poi, come in un dramma mal scritto, ha cercato di sparire nel nulla.
Il tutto è accaduto intorno alle 11 di mattina, in una villa di via Genova, a La Spezia. Nonostante i disperati tentativi di rianimazione da parte dei sanitari del 118, chiamati da un’altra donna impiegata nella stessa abitazione, la vittima — 54 anni, italiana come l’aggressore — è morta sul posto. Naturalmente, si trattava di una situazione da tempo ben nota alle autorità .
Perché, non dimentichiamo il dettaglio clou che rende questa storia ancor più incredibile: l’uomo era sottoposto da qualche mese a un divieto di avvicinamento nei confronti della sua ex, ma evidentemente queste cose raramente fermano davvero qualcuno deciso a fare del male. Dopo aver compiuto l’irreparabile, ha passato circa un’ora vagando nei dintorni, forse a metabolizzare l’accaduto, o probabilmente solo a pensare a come evitare la cattura.
Invece di scappare lontano, ha scelto di presentarsi volontariamente alla caserma dei carabinieri di Ceparana per costituirsi. Un gesto che aggiunge uno strato di tragicommedia a questa già cupa vicenda.
Al momento, il magistrato di turno è sul posto per supervisionare le indagini e ascoltare la sua versione. Resta da chiarire se il 57enne fosse effettivamente dotato del famoso braccialetto elettronico, quel dispositivo pensato per impedire che persone pericolose mettano piede accanto alle loro potenziali vittime. A quanto pare, non è servito a molto.
I due coniugi, che hanno due figli ormai adulti, sembrano ricalcare purtroppo un copione già visto troppe volte, con un finale che non dovrebbe avere mai luogo in una società che si dice civile. Un episodio che riaccende la dolorosa discussione sull’efficacia delle misure restrittive e sulla necessità di proteggere davvero chi è più vulnerabile.



