Finalmente, una legge che mette tutto in un unico, comodo pacchetto: meno scartoffie, più appigli contro gli espropri e atteggiamenti da paladini dei prodotti locali. Ma la vera chicca? I contraccettivi gratuiti distribuiti dal servizio sanitario della Provincia autonoma di Bolzano. Tutto questo, ovviamente, stipulato con la solita serietà e l’efficienza di una legge varata in una tranquilla serata di luglio, il 3 per la precisione. E mentre alcune regioni come Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia avevano già messo in atto questa rivoluzione contraccettiva, a sorprendere è l’accordo in salsa altoatesina: opposizione e maggioranza, precisamente i Verdi e l’assessore alla Salute Hubert Messner (Svp), che riescono a raccontarci una fiaba bipartisan.
Il piatto forte è il testo della legge, che recita – preparatevi – che “per preservare la fertilità e promuovere la salute sessuale, relazionale e riproduttiva”, i contraccettivi saranno messi a disposizione con spesa a carico del Servizio sanitario provinciale. Sembra quasi un colpo di genio, ma non vuol dire nulla di definitivo: la parte davvero importante, cioè come, a chi e quali contraccettivi saranno distribuiti, è perdutamente nascosta in chissà quale delibera futura da firmare con tanto di erbacee burocrazie. Insomma, serve una prescrizione medica – perché non poteva essere altrimenti – ma anche questo dettaglio avrà bisogno di una seconda fase per essere regolamentato.
Hubert Messner fa il diplomatico spiegando che l’intenzione è “facilitare l’accesso alla contraccezione ai giovani”, perché si sa, libertà e prevenzione sanitaria vanno a braccetto in questa simpatica danza sociale che include anche la lotta contro gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili. Per finanziare questa meraviglia, sono stati stanziati ben 669.800 euro per il 2025 e la modica cifra di 869.800 euro per i due anni successivi. Subito, insomma, una pioggia di milioni sul tavolo, perché cosa mai potrebbe andare storto?
Che gioia immensa per i Verdi: finalmente un provvedimento che li fa spaparanzare di soddisfazione! Naturalmente, come sempre accade nelle migliori sceneggiature politiche, non manca la dose di cautela. La capogruppo in Consiglio provinciale, Brigitte Foppa, ha ringraziato a gran voce l’assessore Messner per aver “mantenuto la parola”. Peccato che, come al solito, il bello venga dopo: nessuno sa ancora quando arriveranno le delibere per tradurre la normativa in realtà. E poi, naturalmente, si aspetta con ansia di scoprire quali e quanti strumenti saranno messi a disposizione, perché i soldi, quelli sì, sono già stati stanziati. Insomma, appuntamento a settembre per dettagli che, oh sorpresa, erano misteriosamente “necessari” anche prima.
L’assessore rassicura: “Sicuramente entro settembre, in modo da definire tutti i dettagli. Anche perché i soldi sono stati già messi a disposizione e abbiamo bisogno di avere una stima delle richieste”. Tradotto: i tempi burocratici sono sacri, almeno finché non si presenta la domanda di denaro pubblico.
Nel frattempo, la signora Silvia Camin, del consultorio Aied di Bolzano, si mostra più prudente e realistica. “Siamo felicissimi di questo primo passo”, dice. Ovviamente segue l’immancabile “attendiamo di vedere come si realizzerà: chi potrà averne diritto e per quali contraccettivi”. Un bel modo per ricordare che una cosa è annunciare, tutt’altra è applicare. Però, ammette candidamente, “l’accesso alla contraccezione gratuita è fondamentale, soprattutto per le giovani donne e quelle più vulnerabili”, perché, beh, mica si può pretendere una libertà sessuale consapevole e responsabile senza un aiuto economico, no?
In conclusione, grande plauso alle richieste del Frauenmarsch (la Marcia delle Donne 2024, per chi avesse perso la puntata) che “vengono finalmente ascoltate”. Chissà quanto tempo ci vorrà prima che “ascoltare” diventi sinonimo di “agire”, ma nel frattempo si può almeno gioire per l’idea.


