Alla vigilia del 25 aprile, il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, ha deciso di illuminare l’assemblea con una frase che sicuramente resterà nei libri di storia. Durante la presentazione della 96ª adunata degli alpini a Biella, ha esclamato: “Un tributo ai tanti alpini che nella campagna di Russia hanno perso la vita per la nostra libertà”. Che meraviglioso esempio di revisionismo storico!
Peccato che quella campagna in realtà rappresenti una delle pagine più tragiche della storia nazionale, con circa 85 mila soldati italiani che hanno lasciato la vita per servire un regime criminale. Ma perché preoccuparsi della verità quando si può fare propaganda? Le opposizioni, giustamente, non si sono fatte attendere e hanno alzato il coro di indignazione: “Quella fu una guerra di aggressione”.
Battono sul tasto i consiglieri regionali del Partito Democratico: “Le parole di Cirio sono gravi, sbagliate e offensive, negano la verità storica”. Si, proprio così! Hanno ricordato che l’Armir (Armata Italiana in Russia) ha subìto significative perdite non perché fosse in missione per la libertà, ma per soddisfare le ambizioni fasciste e il desiderio di stare dalla parte di Hitler. Ma this is old news, vero?
In un clima di exaltazione militarista con tendenze patriottarde, il sindacalista della Cub, Cosimo Scarinzi, non ha tardato a giudicare l’uscita di Cirio come “un errore o una sciocchezza”. Ma dai, quali parole pesanti! Che audacia! La capogruppo di Avs, Alice Ravinale, ci tiene a specificare che “tanti furono gli alpini che combatterono per la nostra libertà, ma lo fecero dopo l’8 settembre 1943”. E chi non lo sa? Avremmo mai pensato di dover rimettere in discussione l’epica storia degli alpini?
Ravinale suggerisce a Cirio di onorare questi “veri” eroi e non scivolare nella propaganda bellicista. Temiamo che la storia lo abbia già archiviato, ma continuiamo a sperare! E poi, non è proprio questo il compito dei più alti rappresentanti istituzionali? Parlarci della guerra come un’inevitabilità festosa?
Valentina Cera si unisce al coro chiedendo una “doverosa e immediata rettifica”. Dopotutto, l’antifascismo è il nostro valore fondante nella Repubblica, giusto? E chi dovrebbe sapere della storia se non chi ricopre cariche pubbliche! Chiaramente, l’obiettivo non è riscrivere la storia. Oppure sì?
La risposta di Sarah Disabato, capogruppo del Movimento 5 Stelle, è quanto di più caustico si possa immaginare. “Se Cirio ha seguito le lezioni di storia come segue le sedute di Consiglio regionale, siamo messi bene!”. Qui ci piace! Magari possiamo invitare Cirio a un ripasso intensivo sui veri eventi della Seconda Guerra Mondiale, giusto per evitare future figuracce. E per circondarlo con rispetto, in onore di chi ha dato la vita per scelte altrui.” Chi l’avrebbe mai detto, l’educazione storica è fondamentale per governare!