Alberto Bertagna scelto tra i 22 membri del consiglio federale della Lega

Alberto Bertagna scelto tra i 22 membri del consiglio federale della Lega

L’idea che il partito della Lega continui a rafforzare la sua leadership sotto l’egida di Matteo Salvini è un po’ come osservare un film già visto: i personaggi rimangono fissi, mentre la trama sembra ripetersi. Durante il congresso svoltosi a Firenze, ove Salvini è stato acclamato come leader fino al 2029, si è pure aperto spazio per gli affezionati seguaci, come il neo-membro del consiglio federale Alberto Bertagna, ex segretario provinciale.

Una storia di emozioni e… opportunità?

Bertagna, con le sue parole cariche di entusiasmo sulla sua nuova posizione, si è lasciato andare a un fiume di emozioni: “Siamo qui per costruire un futuro migliore” e altre frasi fatte da politico in erba. Si può facilmente intuire quanto questa “grande soddisfazione” e “opportunità” non si traducano affatto in una visione innovativa, ma piuttosto in una conferma del gioco di potere esistente, dove le cariche si scambiano tra compagni di schieramento.

Chiarezza, o solo una facciata?

L’intervento del deputato Paolo Formentini, delegato al congresso federale e responsabile Esteri, offre un’ulteriore dose di propaganda. La dichiarazione di un “legame storico con gli USA” e la volontà di “tenere unito l’Occidente” può sembrare affascinante se non fosse per il fatto che, nel concreto, il partito deve dimostrare come intende avviare questo dialogo. Le manifestazioni di dialogo non sembrano aver portato i risultati sperati finora. Sarà davvero la Lega in grado di riunire le forze occidentali, o stiamo assistendo solo a una smodata esibizione di retorica elettorale?

Un futuro delineato o solo parole?

L’ottimismo esibito da Bertagna e Formentini è quasi comico se si guarda alla realtà. Da un lato, la Lega non ha mai veramente abbandonato l’ossessione per i dazi e i trade wars, dall’altro, il dialogo proposto con Trump suona più come una scommessa rischiosa che come una strategia consolidata. Che fare, allora? I cittadini meritano trasparenza e chiarezza, non solo slogan altisonanti ma facce ben note a girare le stesse storie già sentite.

Possibili rimedi… in fondo al barile?

E allora, quali possono essere le soluzioni? Sertdiventare un cittadino attivo, con una coscienza critica che incalzi i propri rappresentanti. Oppure continuare a seguire la danza dei nomi familiari e delle promesse vuote, sempre in bilico tra emozioni e opportunità che mai decollano? In ultima analisi, la risposta potrebbe risiedere nell’oggettività e nella richiesta di risultati concreti, piuttosto che nella recita di un copione già scritto. Un po’ di ironia non guasta: siamo davvero pronti a credere che questo circo politico possa portarci lontano?

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