Immaginate di entrare in un reparto di radioterapia oncologica che sembra più una galleria d’arte hi-tech che un luogo di cura. Ecco, benvenuti a Art4ART, la brillante trovata del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, dove si fondono arte e tecnologia per trasformare la terapia in un’esperienza quasi… piacevole.
Non è uno scherzo: il progetto – presentato con grande pompa nella hall dell’ospedale – vuole cambiare completamente il modo in cui i pazienti affrontano la terribile diagnosi di cancro. Perché ormai non si tratta solo di curare la malattia, ma di accompagnare il paziente in una sorta di “viaggio estetico-emozionale” che dovrebbe migliorare la sopravvivenza, ridurre gli effetti collaterali e persino aumentare la sua amareggiata collaborazione.
Che originalità! Uno spazio dove la tecnologia è al servizio dell’arte e viceversa, e l’ospedale diventa un’esperienza terapeutica personalizzata. Ovviamente sostenuta e patrocinata dal Ministero della Cultura, in collaborazione con il Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, perché senza il tocco di un museo non ci sarebbe abbastanza autenticità artistica.
Il cuore della missione? Offrire al paziente oncologico un “ambiente terapeutico arricchito” da ogni tipo di forma d’arte. Tradotto: bei quadri, video motivazionali, installazioni statiche e persino una stanza cinema – sì, un cinema in ospedale, perché nulla dice “cura” come guardarsi un film mentre si combatte contro il cancro.
E tutto questo mentre il reparto, che si chiama Gemelli Art (Advanced Radiation Therapy), si prende cura del paziente “in maniera integrale”, cioè con lo sguardo non solo alle terapie ma anche al “benessere globale”. Perché la bellezza, a quanto pare, è la vera medicina di domani.
Ogni angolo è dotato di display interattivi con contenuti artistici e motivazionali, messi insieme con il prezioso contributo del museo. I video dovrebbero aiutare i pazienti a sviluppare una “resilienza” miracolosa – forse a fatica, ma è una bella idea. Per non parlare della stanza destinata ai colloqui, con tecnologia multimediale interattiva, così da rendere meno spiacevole quel che c’è da dire tra medico e paziente: perché la comunicazione è importante anche se, di solito, porta solo brutte notizie.
E come ciliegina sulla torta, l’ingresso nel reparto è adornato da un’installazione statica dedicata all’acqua, simbolo di purezza e speranza, che bene o male fa sentire il visitatore un po’ meno sull’orlo dell’apocalisse.
Un evento che più cerimonioso non si può
A fare gli onori di casa durante la sfarzosa presentazione sono intervenuti nomi di tutto rispetto: la capo del Gabinetto del ministro della Cultura, Valentina Gemignani, la responsabile del Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute, Maria Rosaria Campitiello, e la presidente del Maxxi, Maria Emanuela Bruni. Perfino il religioso monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’università Cattolica del Sacro Cuore, ha dedicato un momento di preghiera e riflessione per i malati in trattamento presso la Radioterapia oncologica del Gemelli. Ovviamente, una benedizione artistico-tecnologica per il buon esito di questa… rivoluzione estetica.
Insomma, se pensavate che la cura del cancro si riducesse a freddi lettini, aghi e macchine rumorose, sappiate che il futuro è un mix di video immersivi, arte contemporanea e una discreta dose di bellezza consolatoria, da gustare comodamente seduti nella sala cinema del reparto. Perché si sa, la terapia è più efficace se ti sembra di visitare una mostra d’arte.



