Agì con lucidità e freddezza dicono: quando il cuore non ha spazio nelle motivazioni della sentenza

Agì con lucidità e freddezza dicono: quando il cuore non ha spazio nelle motivazioni della sentenza

Un piano accuratamente architettato con il preciso scopo di “tagliare i ponti familiari (andandosene a combattere in Ucraina)”. Un progetto che, con la solita incoerenza spettacolare, ha subito una svolta solo quando la prima coltellata al fratello ha fatto finalmente aprire gli occhi ai genitori. A quel punto, però, la “lucidità” nel portarlo a termine è stata degna di un cold case ben scritto. Questa è la sintesi micidiale delle motivazioni del Tribunale per i minorenni di Milano, che lo scorso giugno ha inflitto una condanna ventennale a Riccardo C., un diciassettenne che nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2024 ha annientato a coltellate la sua famiglia nella villetta di Paderno Dugnano, cittadina alle porte di Milano. Madre Daniela, padre Fabio e fratellino di appena 12 anni: tutti accomunati da un destino tragico e incredibilmente elaborato.

Ovviamente, il giudice ha deciso di fare una graziosa concessione alle attenuanti generiche e alla minore età, ma ha prontamente escluso quel vezzo della “perizia psichiatrica” che avrebbe potuto dipingere un vizio parziale di mente. No, qui si parla di fredda premeditazione. Nel corposo documento di cinquanta pagine si evidenzia come, nonostante il risveglio dei genitori (svegliati dalla tragica ma non immediata morte del fratello), Riccardo ha scelto di andare fino in fondo, mettendo in scena un copione degno del miglior thriller: ha aspettato pazientemente l’arrivo dei genitori nella cameretta, per coglierli di sorpresa con un’efficienza disarmante.

E come se non bastasse, quando ha capito dal nonno che la situazione stava per mettersi male agli occhi degli investigatori, non ha fatto una piega: si è assunto la responsabilità intera, incastrandola nel suo folle “progetto di immortalità”. Ma tranquilli, non c’è traccia di una mente tanto instabile da non saper inserire il freno a mano. Anzi, il Tribunale sottolinea che Riccardo non solo sapeva perfettamente cosa stava facendo, ma ha pure potuto decidere di agire diversamente… se solo avesse voluto.

Il collegio giudicante, con ammirevole diplomazia, ha definito il suo pensiero “stravagante”, come dire una bella stramberia da manuale: perché credere di raggiungere l’immortalità eliminando la propria famiglia è senz’altro un piano poco convenzionale, ma tutt’altro che un segnale di pazzia incontrollabile. Era un’idea bizzarra, certo, ma ancora perfettamente “in controllo” da parte di Riccardo. E lui, da grande maestro del caos, ha deciso di alimentar quella fantasia e comportarsi di conseguenza, spinto da una miscela esplosiva di rabbia e odio narcisistico accumulati con ogni singola frustrazione. Insomma, un letale cocktail emotivo che ha trasformato il suo gesto in una carneficina tanto aggressiva quanto calcolata.

L’“accanimento” nei confronti soprattutto del fratello e della madre, con la varietà di lesioni inflitte, non può che essere “alimentato” da questo sfogo di sentimenti torrenziali, sottolineano i giudici. Ma attenzione: dall’analisi psicologica di Riccardo non emerge alcuna prova di una condizione mentale fuori controllo, né di una persona “ingovernabile”. Per tutto il tempo del delitto ha mantenuto una lucidità e un’organizzazione mentale da manuale, senza mai apparire dissociato o impazzito, con l’unica ferma intenzione di portare a termine il piano di sterminio familiare che, va detto, mostrava una certa applicazione e intelligenza operativa.

In sintesi, niente crisi nervose, niente follie incontrollabili: solo un ragazzo con un progetto malvagio e ben articolato, che ha avuto il coraggio di portare a termine la sua vendetta domestica con una freddezza e una determinazione che farebbero impallidire molti adulti colti da improvvisi “scatti d’ira”. E così, il Tribunale per i minorenni di Milano chiude il sipario su una storia di dolore e violenza, sottolineando quanto la mente di Riccardo fosse tutt’altro che confusa ma drammaticamente lucida nello scegliere il proprio destino.

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