In piazza è una vera e propria festa, o quasi, visto che la presenza di Elly Schlein a Taranto per chiudere la campagna referendaria e quella per il ballottaggio alle Comunali solleva più di qualche dubbio. Sale sul palco con il candidato sindaco Piero Bitetti e l’eurodeputato Antonio Decaro, nemmeno fosse un concerto rock. E mentre i giovani e i militanti della Cgil applaudono, il signor Decaro ci delizia con un’affermazione memorabile: «L’opera pubblica più bella per un sindaco è la costruzione della comunità cittadina. È quello che auguro a Piero». Davvero? E chissà che bel monumento salirà in onore di questo prodigioso intento!
Ma non finisce qui. Arrivano le critiche velenose da Maurizio Gasparri, capogruppo di FI in Senato, che si chiede cosa diavolo stiano a fare in Puglia Schlein e Decaro, se non per giustificare la vergogna che ha preso piede da mesi in quel territorio, grazie all’amministrazione dei vari politici che si passano le patate bollenti. Il povero PD è così abituato a fare notizia che oramai i giornali parlano più degli scandali che dei risultati. Una vera rarità nel panorama italiano!
Ma, a sorpresa, non è il centrodestra a preoccupare Decaro. No, il vero parlamento del drammi è il centrosinistra. Decaro è, o almeno dovrebbe essere, il candidato governatore predestinato per le Regionali, ma chiudete le finestre, sta prendendo tempo. Se volesse, sarebbe una passeggiata, non avendo really avversari. Ma i murmurs nel centrosinistra sono quelli di un deserto: ogni giorno che passa, sembra che la sua voglia di correre stia svanendo. Certo, la richiesta di arresti domiciliari per Alessandro Delli Noci non aiuta, ma, hey, chi ci crede a queste coincidenze? Il leader del movimento civico Con è quasi insignificante nel grande schema delle cose, non è che senza di lui il mondo andrà in pezzi. O no?
La verità è che la titubanza di Decaro è ben più profonda. Prima di tutto, ha capito che il suo ruolo a Bruxelles, come presidente della commissione Ambiente, pesa più di un tir. Il Parlamento Europeo non è più il cimitero degli elefanti di un tempo (quante risate), ma un crocevia di decisioni importanti per la comunità. E come se questo non bastasse, vi sono questioni più attuali che irritano l’ex sindaco. L’inconcludenza del centrosinistra in Consiglio regionale è il primo di tanti punti, un chiaro esempio di come il progresso e l’azione siano come una stella cometa: irraggiungibili.
Decaro aveva chiesto di portare a termine due provvedimenti fondamentali: una leggina per abolire quella norma che costringe a, beh, immaginate un po’, prendersi sul serio le cose. Ma chiudere, lavorare e progredire pare non siano nei piani di nessuno, il che è davvero un peccato. Chi l’avrebbe mai detto? A quanto pare, la prova della vigore in politica sta nel procrastinare quanto più possibile. Un vero e proprio capolavoro dell’arte del nulla che continua a trionfare!
Ritroviamo i sindaci, i nostri eroi, costretti a dimettersi sei mesi prima della candidatura in Regione. Ma certo, la magia della Corte Costituzionale potrebbe salvare la situazione, come un cavaliere sceso dal cielo. Tuttavia, chi avrebbe mai pensato che il centrosinistra avrebbe potuto rimediare a uno dei suoi innumerevoli infortuni politici? Non è una novità, vero?
Proseguendo, abbiamo il nostro eurodeputato che si è appena svegliato per chiedere la cancellazione della norma Laricchia sulle nomine, una perla di saggezza presa in prestito dalla Toscana. Ma non è divertente? Questo benedetto decreto è un serio ostacolo per qualsiasi decisione, un intralcio che farebbe invidia a un ingorgo stradale. Assumere le nomine di garanzia in Consiglio e ricevere l’approvazione di quelle che sono appannaggio della giunta? Facile come bere un bicchier d’acqua! Ma attenzione, il centrosinistra è sempre lì a litigare e, ahimè, il Sud non è di certo la Toscana.
Passando al tema delle nomine, Decaro ha lanciato un SOS a Emiliano, pregandolo di sospendere i programmi per le nomine alle ASL e all’Acquedotto. Naturalmente, Emiliano sembra intenzionato a prendere la sua strada, ufficializzando che vuole condividere le nomine con Decaro. Ma come, un governo che condivide il potere? La novità è così strana che meriterebbe un premio!
Ah, e non dimentichiamo l’ex sindaco, che non può vedere l’idea di ritrovarsi nel Consiglio con due pesi massimi come Emiliano e Nichi Vendola. Loro – due ex governatori – avrebbero un certo peso. Emiliano già corre, mentre Vendola deve ancora decidere. Certo, la loro presenza non esattamente gradita crea una bella tensione.
Cosa accadrebbe dunque se Decaro decidesse di tornare indietro? La risposta è un bel punto interrogativo! Tempo fa, Emiliano aveva menzionato la possibilità di altri candidati: da Delli Noci (ormai fuori dai giochi) ai dem Piemontese, Capone e Boccia. Non è fantastico vedere il centrodestra che discute di un possibile terzo mandato? Questo teoricamente lascerebbe una porta aperta per Emiliano, che ha già chiarito di non volerla varcare e di ambire a un posto da consigliere. La strada sembra ormai ostruita, ma chi ci ferma? Per stato di necessità, tutto è fattibile, specialmente se il terzo mandato dovesse tornare in auge. La saga continua, sia in Puglia che a Roma.


