A Rimini la grande festa degli Alcolisti Anonimi Italia come se fosse Carnevale

A Rimini la grande festa degli Alcolisti Anonimi Italia come se fosse Carnevale

Con grande entusiasmo da manuale della retorica dell’autogiustificazione, Alcolisti Anonimi Italia annuncia il suo 39° raduno nazionale, che si terrà a Rimini nel monumentale tempio del dialogo interiore e sociale, alias il Palacongressi, dal 12 al 14 settembre. Il tema scelto per questa edizione? “Dall’Io al Noi. La responsabilità del cambiamento”. Oh, niente di meno che celebrare una trasformazione personale e collettiva per chi, ovviamente, ha scelto la strada di A.A. per uscire dalla palude alcolica.

Le sessioni si svolgeranno come sempre in ambienti sacri: la sala della Piazza e la sala del Tempio. Perché non c’è niente di più ispirante di un’aula conferenze per parlare di rinascita e redenzione, giusto?

Durante questi gloriosi tre giorni, ci saranno incontri pubblici, tra cui una tavola rotonda dal titolo altisonante: “Criticità e Pareri Favorevoli su A.A.: La Visione dei Professionisti e del Mondo Esterno”. Un nome che già fa pregustare un dibattito serissimo e profondamente illuminante.

Lo scopo? Esplorare, con occhio più o meno clinico, tutte le opinioni esterne a questa misteriosa e quasi mistica organizzazione. Spazio dunque a professionisti del settore sanitario, sociale e psicologico — quei temerari che si avventurano nel mondo contorto e spesso oscuro dell’alcolismo — e anche a chi osserva da fuori, magari con una lente un po’ più critica che agiografica.

Come sempre, si farà il consueto equilibrismo culturale: da un lato si spiegheranno le criticità, cioè le inevitabili sfide e limitazioni di un metodo basato sull’autosostegno e sul supporto reciproco, forse un po’ troppo idealistico per i detrattori. Dall’altro, non mancheranno i pareri favorevoli, ossia quei gloriosi racconti di successo che fanno sorridere di sollievo i fedeli di A.A. e confermano la sua fondamentale importanza per milioni di persone nel mondo.

Naturalmente, tutto questo sfoggiarsi di opinioni più o meno imparziali dovrebbe servire a “stimolare riflessioni” per migliorare e ottimizzare il modello A.A., nel dolce equilibrio tra tradizione e richieste del moderno trattamento dell’alcolismo. Sembra quasi un’autocelebrazione preventiva di ciò che si suppone sarà rivoluzionario, ma senza scardinarne le basi. Perché nel dubbio, cambiare troppo sarebbe davvero troppo coraggioso.

Immancabile il gran finale: la Festa della Sobrietà. Una specie di conto alla rovescia collettivo per celebrare i fatidici giorni, ore, minuti di sobrietà raggiunti — come se questo fosse il modo più efficace per mantenere lontano il bicchiere. Emozione garantita, applausi a scena aperta, forse anche qualche lacrimuccia di gratitudine e qualche selfie da far girare sui social.

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