Il miraggio di un sistema farmaceutico equo e sostenibile grazie all’intelligenza artificiale: sogni o realtà?

Il miraggio di un sistema farmaceutico equo e sostenibile grazie all’intelligenza artificiale: sogni o realtà?

Il farmaco non è solo una questione di terapie nuove, ma un vero termometro di equità, sostenibilità e diritti. Quando un medicinale arriva in ritardo o non è accessibile a tutti, non stiamo parlando né di innovazione né di progresso, ma di pura disuguaglianza.

Questa provocazione l’ha lanciata Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, durante un incontro alla Camera dedicato alla revisione della legislazione farmaceutica, un tema più urgente di quanto si voglia ammettere.

Secondo Migliore, l’attuale sistema – un groviglio regolato da oltre 500 norme – offre finalmente un’opportunità d’oro per smettere di navigare a vista e progettare una governance moderna. Una che, udite udite, si anticipi agli eventi anziché limitarci ad inseguirli goffamente.

Ah, e la soluzione magica? La tanto decantata intelligenza artificiale. Migliore la definisce la vera rivoluzione: capace di pianificare con più acume, prevenire carenze ingiustificate di farmaci, tenere sotto controllo la spesa pubblica e, ciliegina sulla torta, assicurare un accesso più equo ai trattamenti. Un sistema sanitario “intelligente” infatti dovrebbe saper leggere i dati come un libro aperto, anticipare i bisogni reali e garantire cure appropriate, senza escludere nessuno.

L’intelligenza artificiale, quindi, diventa un’arma di giustizia sociale: promette prestazioni tempestive e di qualità ovunque, non solo in qualche fortunato angolo di Italia.

Non contento, Migliore definisce le farmacie come “presidi di prossimità intelligenti” — un ruolo da protagonista, insomma — mentre l’industria farmaceutica torna a essere chiamata “alleato strategico” del servizio sanitario pubblico. Chissà se questi alleati riescono sempre a giocare nella stessa squadra o se a volte l’interesse pubblico fa le capriole.

Il presidente della Fiaso non si limita a filosofeggiare: lancia un appello chiaro alla politica. Siamo ancora all’eterna dicotomia tra inseguire emergenze come se non ci fosse un domani o costruire finalmente un modello sistemico e lungimirante, che metta davvero al centro il cittadino, dia valore all’industria nazionale e rafforzi il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Con questa iniziativa il Governo, dice Migliore, sembra aver scelto la seconda via: una strategia che non si limita a spegnere incendi ma prova a rifondare le basi del sistema. E la Fiaso, con un’inclinazione quasi romantica, promette di fare la sua parte ricordando che la salute non è semplicemente un diritto, ma “una scelta di civiltà”.

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