Era in permesso ma ha pensato bene di scomparire: scappato di nuovo senza neanche un ciao

Era in permesso ma ha pensato bene di scomparire: scappato di nuovo senza neanche un ciao
Andrea Cavallari arrestato dopo la fuga: torna in carcere il colpevole della strage di Corinaldo

Finalmente è stato rispedito in Italia Andrea Cavallari, il 26enne condannato a 11 anni e 10 mesi per la drammatica tragedia di Corinaldo. È arrivato nel pomeriggio di mercoledì 30 luglio, dopo un’odissea degna di un romanzo di evasione.

L’eroico percorso del nostro fuggitivo è iniziato il 3 luglio, quando, approfittando di un permesso per discutere la tesi all’Università di Bologna, ha pensato bene di scomparire nel nulla. Nulla di più facile, no? Peccato però che la sua vacanza forzata sia durata poco: il 17 luglio è stato catturato a 70 chilometri da Barcellona, durante un’operazione internazionale congiunta che ha dimostrato che, in fondo, la giustizia è ancora più veloce della fantasia.

Se ancora qualcuno si fosse dimenticato di cosa stiamo parlando, vale la pena ricordare uno dei capitoli più vergognosi degli ultimi anni. Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, poco prima del concerto del rapper Sfera Ebbasta, Cavallari insieme ad altri cinque membri della cosiddetta “banda dello spray” – specialisti in rapine – spruzzarono un irritante spray urticante all’interno della discoteca Lanterna Azzurra. Il risultato? Terrore e panico, con una fuga di massa che uccise cinque minorenni, una madre di 39 anni e ferì 59 persone. Un’azione che ha segnato per sempre la tragedia italiana, un gesto criminale senza alcuna pietà che ha lasciato un segno indelebile.

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove ha commentato con la solita solennità di rito:

“Andrea Cavallari è rientrato in Italia e sarà assicurato alle patrie galere. Un risultato importante, reso possibile dall’eccellente lavoro del Nic e della polizia penitenziaria, che si confermano presidio di legalità e professionalità.”

Non si è fatta attendere la chiosa da manuale:

“Chi tenta di sottrarsi alla pena deve sapere che lo Stato non abbassa la guardia. Un sentito ringraziamento a tutte le donne e gli uomini della polizia penitenziaria per il loro impegno quotidiano al servizio della legalità.”

Applausi per la prontezza di riflessi dello Stato, che si è dimostrato capace di riacciuffare un latitante con un curriculum criminale da non invidiare a nessuno. E pensare che tutto nasceva da una discussione di tesi… Ma forse, in fondo, la laurea sarebbe stata un lusso troppo grande per chi ha scelto la via delle trappole e della violenza.

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