Visa si sveglia tardi e mette il primo data center in Africa, finalmente

Visa si sveglia tardi e mette il primo data center in Africa, finalmente
Visa investe un miliardo di rand in Sudafrica aprendo il suo primo data center africano a Johannesburg

Visa ha deciso di fare sul serio in Africa inaugurando il suo primo data center continentale a Johannesburg. Non si tratta di un semplice esercizio di immagine: dietro c’è un piano di investimento da un miliardo di rand, pari a circa 57 milioni di dollari, da distribuire nel giro dei prossimi tre anni. L’obiettivo? Accelerare quella che chiamano «innovazione digitale» e potenziare le infrastrutture locali, come se fosse così semplice trasformare un continente intero solo con una manciata di server.

Il colosso statunitense dei pagamenti ci tiene a sottolineare che questa mossa non è un semplice ampliamento tecnico della sua rete globale di elaborazione, VisaNet, che – attenzione – gestisce la bellezza di oltre 100 miliardi di transazioni ogni anno in 200 paesi e territori sparsi per il mondo. Se pensavate che ci fosse un’azione strategica puntando sull’Africa, be’, non siete molto lontani.

Michael Berner, responsabile della regione per l’Africa meridionale e orientale di Visa, si è fatto un po’ di pubblicità durante l’inaugurazione dichiarando:

“Non si tratta solo di un’espansione tecnica, ma riflette il nostro impegno a lungo termine nei confronti dell’Africa.”

Berner ha poi aggiunto con aria sicura che Johannesburg è stata una «scelta naturale», non solo perché il Sudafrica è considerato un accesso strategico al continente, ma anche perché si vorrebbe far passare la metropoli come un centro nevralgico di innovazione fintech e soluzioni di pagamento digitale. Insomma, il solito cliché di grande occasione africana moderna, con la chicca della tecnologia pronta a risolvere problemi vecchi di decenni.

Chissà se poi tutta questa “innovazione” farà davvero la differenza per chi nei fatti fatica ad accedere ai servizi bancari base, o se resterà soltanto un’opera di facciata per consolidare la presenza di Visa nel mercato globale, guadagnando pedine in una partita che, a ben vedere, si gioca soprattutto sulle disuguaglianze strutturali e sulla necessità di infrastrutture più solide.

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