Schlein finalmente parla: Ricci resta il nostro eroe intoccabile, per chi se ne frega dei fatti

Schlein finalmente parla: Ricci resta il nostro eroe intoccabile, per chi se ne frega dei fatti

«Matteo Ricci è assolutamente il nostro candidato» alle Regionali nelle Marche. Così la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, rilascia un’affermazione che sembra più un mandato inappellabile, ovviamente al margine di un convegno alla Camera. Il nostro eroe, ex sindaco di Pesaro e ora eurodeputato, figura tra gli indagati dalla Procura di Pesaro per un’indagine – si fa per dire – su presunte irregolarità negli affidi del Comune. Ma nulla di cui preoccuparsi: «È e rimane il nostro candidato presidente, ha detto di essere completamente estraneo», ci rassicura la Schlein, che mostra tutta la sua fiducia in un sistema giudiziario che illuminerà la verità… o qualcosa che le assomigli.

Del resto, la solidarietà da parte del Pd non è certo mancata, già mercoledì scorso, griffata dal responsabile Organizzazione nazionale, Igor Taruffi, che con una sicurezza disarmante aveva espresso ottimismo: «Siamo fiduciosi che Ricci andrà avanti come candidato presidente nelle Marche e il Pd è pronto a fare al suo fianco la campagna elettorale». Insomma, niente panico. Ancora più dolce è giunta la dichiarazione di Elly Schlein, a confermare che lo scandalo è solo un dettaglio di poco conto prima delle elezioni autunnali, specialmente ora che il Movimento 5 Stelle si interroga (con qualche dubbio in più) sull’opportunità di sostenere il nostro indagato di fiducia.

L’incondizionata fiducia del Pd nel candidato indagato

Non manca poi l’apporto di Goffredo Bettini, fondatore e big nazionale del Pd, che fortunatamente prende le difese del nostro brillante eurodeputato. Il suo ragionamento ad alta quota? Ricci «ha commesso l’errore di fidarsi di un collaboratore» sotto cui grava l’ipotesi di reato. Ma, udite udite, chi non ha mai fatto questa «ingenuità» di fidarsi distrattamente? Esattamente, non esiste nessuno — e quindi niente passi indietro.

La magia del solito avviso di garanzia che non ha alcun peso reale o morale da queste parti continua a funzionare: non basta per rovinare una carriera politica, specie quando si tratta di scelte elettorali così importanti. Perché ammetterlo? Perché per il Pd non è altro che un fastidioso dettaglio burocratico da ignorare mentre si porta avanti, a cuor leggero, la campagna elettorale.

In definitiva, che ci sia o non ci sia qualcosa di concreto nelle accuse, il Pd tranquillamente canta vittoria, resta a fianco di Ricci e a quanto pare non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro, anzi, fa da scudo a ogni ipotesi di trasparenza o buon senso nel vortice della politica italiana. Se il buongiorno si vede dal mattino, ci aspetta un autunno decisamente interessante nelle Marche.

Ah, quel piccolo dettaglio chiamato “costruire un’alternativa” nelle Marche e in Italia, una missione tanto ardua quanto apparentemente indispensabile. Ma attenzione a non pagare il prezzo troppo caro: un “prezzo spropositato” da sborsare, come se non avessimo già abbastanza problemi con la politica che vuole mettere il naso ovunque.

Il vero nocciolo della questione? Evitare che l’attività autonoma dei giudici venga schiacciata sotto il peso di condizionamenti politici, soprattutto quando il caso in esame è, diciamo, “fragile e dubbio”. Come dire: non roviniamo il teatrino per una scenetta da operetta.

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