Risparmiatori sotto assedio: il ddl conti correnti appena sfornato dalla Camera ti rovina la vita senza nemmeno chiedere scusa

Risparmiatori sotto assedio: il ddl conti correnti appena sfornato dalla Camera ti rovina la vita senza nemmeno chiedere scusa

Il Parlamento apre la porta a una rivoluzione epocale (o quasi): le banche non potranno più dire di no a chi vuole aprire un conto corrente e dovranno mantenere aperti quelli con saldo positivo. Il primo sì è arrivato da Palazzo Montecitorio, ora si attende lo sprint definitivo dal Senato. Ma vediamo davvero cosa cambierà, o almeno cosa dovrebbero fare le istituzioni per garantire che non restiamo ostaggio di istituti creditizi che spesso sembrano scegliere i clienti come si selezionano i partecipanti a un club esclusivo.

Il cuore della proposta è semplice quanto rivoluzionario: ferme restando le regole antiriciclaggio e antiterrorismo – perché certo, non vogliamo mica aprire conti a chiunque solo per essere inclusivi – la banca non potrà più rifiutarsi di aprire un conto corrente a chi lo richiede. E, dulcis in fundo, non potrà nemmeno chiuderlo se il saldo è positivo. Se poi il diniego dovesse essere motivato da questioni di legge, la banca sarà costretta a spiegare per iscritto i motivi entro dieci giorni. Una rarità nel mondo discreto e misterioso delle decisioni bancarie.

Quindi, cari signori delle banche, potrete ancora tirare fuori la scusa dell’antiriciclaggio solo se rispetta davvero le norme. Altrimenti, niente più rifiuti e cancelletto del conto. E la Camera ha applaudito all’unanimità, con ben 254 voti favorevoli. Finalmente un momento di rara concordia politica su un tema che interessa milioni di italiani.

A proposito di milioni, vediamo un attimo i numeri, che nella patria del caos e della burocrazia sembrano incredibilmente promettenti: in Italia circolano oltre 48 milioni di conti correnti attivi, con un aumento di oltre 5,6 milioni rispetto a cinque anni fa. Sì, perché mentre il paese si lamenta delle sue mille difficoltà, evidentemente aprire un conto è diventato quasi un hobby nazionale. Milano guida la classifica con oltre 8 milioni di conti, pari al 17% del totale nazionale, seguita da Roma e Torino, che non scherzano affatto.

La geografia finanziaria non si smentisce: il Nord Ovest è la regina incontrastata con quasi 18,3 milioni di conti, seguita dal Nord Est, Centro Italia, Sud e le Isole, tutte in crescita, ovviamente. Dati che dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, come la distanza tra le regioni si misuri anche col numero di conti correnti attivi. Non certo una sorpresa, ma sempre figlia del famoso “tutto il nord e il resto,” che tanto piace agli statistici.

Il provvedimento, non sorprende, ha raccolto consensi bipartisan, come ogni cosa che sembra buona a prima vista ed è perfetta per qualche slogan politico. Matteo Salvini, l’inossidabile leader della Lega, non ha perso occasione per rivendicare la vittoria come un trionfo personale e storico a difesa dei cittadini più sfortunati. D’altronde, chi se no dovrebbe pensare ai poveri che senza conto corrente si trasformano in alieni del sistema finanziario?

Non è da meno Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd, che ha definito il provvedimento “un obbligo di civiltà” e un tassello fondamentale per il diritto di cittadinanza. Cittadinanza, attenzione: non stiamo parlando di un diritto qualsiasi, ma di quello che lega noi comuni mortali con le banche, quei templi dove si pratica il culto del denaro e, evidentemente, anche quello dell’esclusione.

La genesi di questa legge? Un’epopea fatta di segnalazioni e proteste di cittadini che hanno inciso sul chiodo del sistema: molti si sono visti chiudere il conto con saldo positivo, così, per un capriccio o un capriccio mascherato da motivazione incomprensibile. In un mondo ideale, qualcuno avrebbe già detto “basta” da tempo.

Nel frattempo i cittadini si sono visti ripetere che garantire a tutti il diritto al conto corrente è una questione sacrosanta, soprattutto nell’era digitale dove chi non ha un conto è come se fossese un alieno digitalizzato. Insomma, stop alle discriminazioni, stop ai limiti basati su reddito o altri criteri da manicomio, e soprattutto stop alle chiusure senza senso quando il conto è in attivo. Che novità, eh?

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