Bene, preparatevi a festeggiare: da gennaio 2025 il pensionamento per i dipendenti provinciali arriverà ormai quasi alla veneranda età di 67 anni. Applausi. La giunta provinciale, con il tocco di classe dell’assessora al Personale Magdalena Amhof, ha deciso non solo di portare il limite pensionistico a livello statale, ma di aggiungere una chicca tutta speciale: si potrà continuare a lavorare fino a 70 anni, purché tu sia felice di farlo e, soprattutto, se l’amministrazione ha bisogno di te per fare il tutor o formare i nuovi arrivati. Si perché, indovinate un po’, trovare personale con competenze tecniche o informatiche pare essere più difficile del previsto.
Magdalena Amhof ha spiegato così la cosa:
«La Provincia ha difficoltà a reperire personale, soprattutto con profili professionali tecnici e nel settore dell’informatica.»
Ah, quindi la soluzione è tenere i dipendenti fino a quando le articolazioni scricchiolano e sognano la pensione, perché, ovviamente, nuovi talenti non si trovano mica con un semplice annuncio. Ma non finisce qui, perché la riforma non si è fermata alla pensione da anziani senza più speranze di fuga.
Ora, quando qualcuno va a fare il bello in altre organizzazioni pubbliche o private con incarichi pubblici, il distacco sarà limitato a due anni massimo. Sì, avete capito bene, soli due anni di viaggio nella “cooperazione interistituzionale”, poi si deve decidere: o torni a casa all’amministrazione provinciale, o rimani a fare il pascià nell’ente ospitante. Voto alto alla “prevedibilità” e “trasparenza” – mica pizza e fichi.
Magdalena Amhof ha aggiunto con solerzia:
«In questo modo vogliamo migliorare la prevedibilità per le unità organizzative e aumentare la trasparenza nella cooperazione tra enti. Vogliamo evitare carenze di personale nell’amministrazione provinciale nel lungo termine.»
Perché, si sa, il personale pubblicamente distaccato in giro per enti amici crea un gigantesco vuoto nero nelle stanze provinciali, facendo sembrare una partita a scacchi andata male la gestione delle risorse umane. Ma non è detto che questa riforma risolva il problema: magari confonderemo la mancanza di personale con il culto dell’anzianità e la magia del distacco forzato.
Per rendere tutto ancora più interessante, attualmente sono circa 30 i dipendenti provinciali ‘in prestito’, soprattutto alla Corte dei conti e all’Agenzia delle Entrate. Alcuni, per chissà quale motivo, vengono persino mandati in questura. Insomma, un’amministrazione dalle idee innovative e chiare come… la nebbia di Londra.


