Un anno dopo il debutto, FiberCop svela numeri colossali e promette di rivoluzionare l’Italia digitale con fibra ultraveloce e investimenti da capogiro. Ma cosa si cela davvero dietro questi fasti?
Un anno fa, il 1° luglio 2024, nasceva FiberCop, annunciata come l’eroina della rete digitale italiana, con l’infrastruttura piĂą vasta e sofisticata del paese. Nel suo primo anno di vita, l’azienda si pavoneggia di aver raggiunto ben 13 milioni di abitazioni coperte da fibra ottica di ultima generazione e di aver riversato ben 1,8 miliardi di euro in investimenti tra la metĂ del 2024 e il primo trimestre 2025. Una manovra da vero colosso, in perfetta sintonia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quasi a voler nascondere le lentezze tipiche del settore dietro un velo scintillante di cifre e piani futuristici.
Il carisma di Massimo Sarmi, presidente e amministratore delegato di FiberCop, non manca di fare il suo dovere: sottolinea con enfasi la strategicità dell’azienda nella digitalizzazione del Paese, mentre ci racconta come il cuore pulsante del progetto sia la responsabilità , l’inclusione e – naturalmente – l’innovazione. Il Purpose di FiberCop, che vuole “abilitare l’ingegno, costruire il futuro e connettere l’Italia,” suona come un mantra che però, almeno per ora, resta più teoria che pratica. La promessa è quella di una rete capillare, sicura e sostenibile, che non solo soddisfa i bisogni odierni, ma apre anche alla crescita economica e a una vita di qualità per tutti gli italiani, rendendo il paese “più competitivo e inclusivo”.
Se questa è la visione, la realtà è – almeno sulla carta – ugualmente imponente. FiberCop gestisce la bellezza di 26 milioni di chilometri di fibra ottica, una distanza astratta a dir poco: più di 600 volte la circonferenza terrestre. Un primato che fa di FiberCop l’unico operatore “wholesale” nato dalla separazione proprietaria del vecchio gigante nazionale delle telecomunicazioni, un modello quasi unico in Europa pensato per aprire il mercato e far respirare un po’ di competitività e qualità del servizio. Peccato che tanta magnificenza rischi di rimanere nelle mani di pochi eletti e che le luci di una connessione dignitosa faticano ancora a raggiungere le zone più interne del Paese.
A oggi, la rete di FiberCop copre circa 6.000 comuni italiani, con oltre 2.600 città collegate alla banda ultralarga Ftth, ovvero fibra direttamente a casa, per circa 13 milioni di unità immobiliari collegate entro metà 2025. Un risultato che, seppur rispettabile, si inserisce in un panorama dove i ritardi e i divari digitali sono ancora ben presenti. L’azienda conferma di essere assegnataria di 7 lotti del Piano Italia 1 Giga, parte fondamentale del Pnrr, e promette ulteriori investimenti autonomi per collegare altri 2 milioni di unità immobiliari entro fine 2025. I proclami sono tanti, i ritardi giganti, ma il ritmo pare finalmente accelerare.
In definitiva, FiberCop si presenta come la panacea per i mali digitali dell’Italia, puntando molto su un’immagine fatta di responsabilità sociale e innovazione. Ma dietro la vetrina scintillante, resta da capire se riuscirà davvero a portare fibra e progresso in ogni angolo del Paese, o se rimarrà un colosso dalle gambe di argilla, afflitto da burocrazia, interessi incrociati e, per non farsi mancare niente, un pizzico di retorica.
Ah, la nuova identitĂ visiva di FiberCop! PerchĂ© cambiare quando si può creare una scenografia da opera d’arte digitale? Ecco uno spettacolo che grida “innovazione” e “solidità ” allo stesso tempo, mescolando fibra e rame in una danza di F e C intrecciate come la trama di una soap opera tecnologica. Naturalmente, il tocco patriottico non manca: il tricolore che ammicca all’impegno di digitalizzare l’Italia, come se da un logo potessimo davvero rivoluzionare la nazione. Design moderno, essenziale, contemporaneo… insomma, tutta quella roba che si dice quando si vuole sembrare all’avanguardia senza spiegare davvero cosa cambia.
Nel magico mondo dei canali digitali di FiberCop, anche il sito web è stato riverniciato con una grafica minimalista che mette al centro… le persone. Peccato che basti un clic per scoprire se il proprio angolo di paradiso urbano è coperto dalla rete o se la solita promessa di connessione supersonica rimane solo un miraggio marketing. Ma tranquilli, partner affidabili e offerte accattivanti fanno la loro apparizione come soldati ben piazzati in questa partita digitale.
Ma non è finita qui! Con la nuova identità , FiberCop ha deciso di abbandonare la vecchia retorica tecnica in favore di un linguaggio che punta dritto ai sentimenti, al “perché” di tutta questa faccenda. Dimenticate i dati aridi, benvenuti ai benefici per clienti, comunità e—udite udite—l’intero sistema Paese. Nel frattempo, la compagnia ha finalmente trovato il suo raison d’être incarnato in Purpose, Vision e Valori, quelle formule magiche declinate in frasi che suonano bene ma lasciano un minimo di dubbi sull’effettivo impatto.
Purpose: “Abilitiamo l’ingegno, costruiamo il futuro, connettiamo l’Italia”. Non proprio una novitĂ , diciamolo. Fare infrastrutture digitali all’avanguardia che, guarda un po’, dovrebbero portare valore concreto a cittadini, imprese e territori. Vision: immaginate una rete capillare, sicura, sostenibile—gli aggettivi piĂą inflazionati del momento—con FiberCop come paladino tecnologico che accelera la trasformazione digitale. Perdonate il sarcasmo, ma tutto suona fin troppo familiare, come quel discorso di fronte a una platea dove tutti annuiscono ma nessuno vede i cambiamenti nella vita quotidiana.
I valori? Oro colato. FiberCop ci tiene a sottolineare che agire responsabilmente è importante (ma speriamo che lo facciano davvero), che bisogna avere coraggio per innovare (un modo elegante per dire “speriamo funzioni”), fare squadra, promuovere eccellenza (magari non solo a parole) e prendersi cura delle persone e dell’ambiente (giusto, perché salvare il pianeta è trendy).
Ah, e non dimentichiamo che FiberCop si è fregiata del titolo di “più grande investimento infrastrutturale del 2024 in Europa”. Suona impressionante, vero? Dietro questo colosso, un consorzio di investitori super-affidabili: Kkr Infrastructure, Adia, Cpp Investments, persino il Ministero dell’Economia e delle Finanze, e F2i che fa sempre tanto prestigio. Una squadra da sogno, con un top management che promette stabilità e visione a lungo termine, tanto per non farci mancare nulla.
In sintesi, FiberCop si presenta come il paladino della digitalizzazione italiana, tra loghi trendy, dichiarazioni d’intenti e grandi promesse, mentre restiamo qui a chiederci se, oltre all’impegno sul carta, qualcuno abbia davvero intercettato la fibra del futuro o se tutto si risolva in un gioco di parole e colori.



