UniCredit chiude i primi sei mesi dell’anno con un utile netto che fa impallidire persino gli scettici: ben 6,1 miliardi di euro, con un incremento dell’8% se si considerano i risultati rettificati dagli straordinari, che arrivano così a 5,7 miliardi. E non pensate che sia solo merito del primo trimestre, perché nel secondo la banca si è superata con un utile netto da 3,3 miliardi e un utile rettificato da 2,9 miliardi, mantenendo invariata la crescita dell’8%.
I numeri non mentono: il ritorno sul capitale tangibile netto (RoTE) schizza al 21,3% nel semestre, una vera goduria per gli azionisti, mentre i ricavi core nel secondo trimestre sfiorano i 5,9 miliardi, in crescita dell’1,3%. Non è finita: al netto degli effetti una tantum, l’Ebitda operativo rimbalza del 2,8% nel trimestre e quasi del 4% nei sei mesi. E la solidità degli attivi? Sempre impeccabile, con un rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e totale stabile al 2,6%, e un costo del rischio che resta bassissimo a 9 punti base, bilanciato da coperture per circa 1,7 miliardi – come se la banca dicesse “venite pure con la crisi, siamo armati”.
Sul piano patrimoniale, UniCredit sfoggia un CET1 ratio al 16,2%, un numero che più rassicurante non si può, soprattutto considerando il famoso “Danish compromise” citato alla bisogna per rassicurare gli scettici.
Andrea Orcel, CEO della banca, non si risparmia nel definire la banca “in uno stato di grazia.” Ha dichiarato:
“UniCredit ha messo a segno risultati finanziari eccellenti, con un secondo trimestre da record che ha contribuito a rendere questo il miglior primo semestre della nostra storia. Abbiamo ottenuto un utile netto trimestrale di 3,3 miliardi e un RoTE solido del 24,1%, mentre i ricavi core sono cresciuti anno su anno a 5,9 miliardi. Siamo pronti per il futuro: il basso costo del rischio, la qualità elevata degli attivi e un livello di overlay senza precedenti ci proteggono da eventuali crisi macroeconomiche. Abbiamo chiuso il trimestre con un rapporto CET1 pro-forma del 16,2% (aggiustato per il Danish Compromise).”
Orcel poi si lascia andare a una vera e propria dichiarazione d’intenti, annunciando un incremento delle previsioni di crescita per il 2025 e obiettivi ambiziosi per il 2027, con in tasca almeno 30 miliardi da distribuire agli azionisti, di cui 15 miliardi in dividendi cash dal 2025 al 2027. Insomma, chi pensava che le banche stessero arrancando nell’attuale contesto macro sembra non conoscere UniCredit.
Con la solita dose di narciso, il CEO commenta:
“Guardiamo al futuro con una fiducia incrollabile. Raggiungere questi risultati in un contesto macroeconomico tutt’altro che semplice rende questo traguardo ancor più impressionante. Sono immensamente orgoglioso del nostro team, che continua a superare le aspettative anche quando sembrerebbe impossibile. UniCredit è in piena fase di accelerazione con il progetto UniCredit Unlocked, che sta fornendo risultati superiori rispetto a quanto pianificato, rafforzando e proteggendo al contempo la banca per il futuro.”



