Bentornati all’ennesima puntata della saga burocratica tra le meravigliose montagne dell’Alto Adige. Il suo stimatissimo governatore, Arno Kompatscher, ha trovato il tempo – tra un selfie panoramico e l’altro – di partecipare a un’incontro a Salisburgo con la governatrice austriaca Karoline Edtstadler e gli immancabili governatori dei Länder di Vorarlberg, Tirolo e Alta Austria. Un raduno all’insegna dei grandi temi eterni: sanità, istruzione, trasporti, finanze e – naturalmente – riforme costituzionali e amministrative. Cosa possono mai discutere d’altro, vero?
Immaginate il fervore intellettuale in quella sala: le menti più brillanti di mezza Europa centrale a fare il punto su come modificare leggi e regolamenti che sembrano quasi immortali. L’impulso a questa lodevole alleanza è nato proprio a Salisburgo. Si parla di sanità (perché le infermiere non crescono sugli alberi), istruzione (non si inventano miracoli), energia (forse qualcuno sogna ancora le lampadine a olio), e, ovviamente, quelle amate riforme costituzionali e amministrative, senza le quali la noia regnerebbe sovrana.
Arno Kompatscher non poteva evitare di regalare la sua proverbiale perla di saggezza, ringraziando con garbo per l’invito: “I temi affrontati nell’ambito del partenariato per le riforme sono esattamente quelli che ci preoccupano anche in Alto Adige.”
Ha poi lasciato a bocca aperta con la sua analisi da vero stratega: “Ci troviamo di fronte alle stesse sfide, ad esempio nel settore sanitario alla luce dei cambiamenti demografici, nello sviluppo economico, nei trasporti e nel turismo.” Eh sì, perché nulla dice “progressismo” come ripetere ad ogni incontro che la sanità fa schifo, i trasporti arrancano, e il turismo è un mistero da risolvere. La grande riforma che il mondo aspettava.
Insomma, se vi stavate chiedendo a cosa servano così tante riunioni tra amministratori regionali dall’altra parte del confine, ora sapete: a prendersi seriamente, ma molto seriamente, i problemi di cui si parla da decenni. Nel frattempo, la montagna resta lì, immutabile, osservando questo valzer di parole e promesse, chissà quanti caffè consumati e quante slide PowerPoint preparate per dire, alla fine, proprio quel che già sapevamo.


