Tra mattina e sera c’è stato il solito consueto salto mortale degno di un pagliaccio da circo: un Consiglio comunale celebrato così in fretta che nemmeno il direttore di gara di una partita di calcio si sarebbe fatto prendere in giro tanto facilmente. Fischio d’inizio alle 16:04, triplice fischio alle 17:07. In soldoni, appena 63 minuti di pura efficienza… o forse solo di approssimazione.
Il lunedì appena passato ha offerto uno spettacolo a due velocità per il centrodestra al Comune di Bari. Da una parte, la mattinata infuocata con accuse furiose verso i colleghi di centrosinistra, rei di non aver concesso di spostare il consiglio comunale a data più comoda. Tanto che per protesta, con grande spirito democratico, si è deciso di disertare l’aula. Dall’altra, poche ore dopo, la stessa fazione si è fatta viva, pure se in ordine sparso e non al completo, per brindare allegramente insieme all’apericena sul lungomare.
La solidarietà politica evidentemente ha bisogno di stuzzichini e cocktail, purché sia un momento di svago e non di lavoro serio. Ma non saremmo sinceri se non evidenziassimo quanto sia deliziosamente ipocrita questa danza tra polemiche aspre e convivialità spensierata.
La nota stampa delle 12 circa, sobria ed elegante, si scaglia contro i colleghi di centrosinistra con un lapidario: «Andate voi da soli in aula, così completate la vostra voglia di prevaricazione». Un invito che suona più come una minaccia velata o, forse, come un drammatico tentativo di vittimismo politico.
Eppure, quel pugno di ore dopo, gli stessi personaggi si rilassano tra divanetti e sgabelli di Notho, quel localino esclusivo sulla costa sud di Bari di cui il consigliere comunale del centrodestra Carlo Patruno è addirittura socio. Una scena da commedia in cui l’odio mattutino si scioglie in brindisi e sorrisi forzati. Del resto, che senso ha coltivare rancori politici quando c’è il buffet da assaggiare?
La serata conviviale, peraltro, non è stata riservata soltanto ai politici ma ha visto la partecipazione di alcuni dipendenti comunali, in primis i segretari dei vari gruppi consiliari. Segno che a Bari la partecipazione alle chiacchiere di partito si può estendere oltre i confini dell’aula, purché accompagnata da un bicchiere e un buon amuse-bouche.
Nel dettaglio, nel centrodestra si sono presentati, tra i pochi rimasti a dimostrare un minimo di presenza, il capogruppo di Fratelli d’Italia Antonio Ciaula e alcuni altri colleghi. Nel frattempo, chi aveva infiammato la mattinata con proclami di protesta sembrava improvvisamente dimenticare che… beh, si doveva amalgamare un aperitivo e non una guerra civile.
Dall’altro lato, il variegato mondo del centrosinistra ha mostrato una partecipazione a metà tra “ci sono” e “non pervenuto”. Tra i civici si è visto qualcosa, ma il Partito Democratico? Quello era in sciopero o forse impegnato in qualche altra faccenda più importante – tipo evitare il confronto, chi lo sa. Quel gruppetto di consiglieri filo-Marco Lacarra, noto per gli epici scontri con la maggioranza e il sindaco Leccese, ha preferito stirarsi le dita da altre parti, salvo poi giustificarsi con scuse da riunioni di partito.
Ironia della sorte? Alcuni che invece infestano i corridoi della maggioranza non si sono trattenuti dal commentare, tra un sorriso e una battuta, che questi sono ormai sull’“Aventino” permanente, ignorando anche le più semplici occasioni conviviali. Un “colpo basso” da premio Oscar della politica da salotto, insomma.
Ah, la politica di provincia, un luogo dove i principi si sgretolano più in fretta di un biscotto bagnato in un caffè amaro. Eppure, tra diserzioni e scuse, lo spettacolo continua – con applausi ironici dal pubblico degli astanti.