Elezioni regionali in Puglia: Emiliano tenta il contatto con Schlein, lei però gioca a fare l’indecisa di professione

Elezioni regionali in Puglia: Emiliano tenta il contatto con Schlein, lei però gioca a fare l’indecisa di professione

Una telefonata lunga come una partita di calcio senza neanche un gol – anzi, neanche un assist. Questo il riassunto del dialogo tra Elly Schlein, segretaria nazionale del Partito Democratico, e il governatore della Puglia, Michele Emiliano. Tema del giorno: la brillante idea di Emiliano di candidarsi come semplice consigliere regionale alle prossime elezioni, con annessi mal di pancia a Bari.

Come se non bastasse, c’è pure la notizia bomba della possibile candidatura dell’intramontabile Nichi Vendola che, per qualcuno, è l’equivalente politico di un tormentone estivo stile “Che confusione”. Il tutto ha mandato su tutte le furie il nostro candidato predestinato del centrosinistra, il super-candidato con tanto di copertina, Antonio Decaro, che ha già piazzato un bel “o loro, o io” da far tremare i muri.

Ebbene sì, Emiliano si trovava a Roma per partecipare a una poco entusiasmante riunione tra governo e sindacati sull’ex Ilva – che potrebbe essere sicuramente più interessante della saga politica pugliese – ma, nonostante ciò, ha trovato il tempo di infilare nel telefono un bel discorso con Schlein. La quale, però, ha deciso con la saggezza di una volpe in gabbia di non schierarsi pubblicamente.

In parole povere, se Schlein dovesse mettersi di traverso, certamente lo farebbe per spostare la bilancia in favore di Decaro. E qui si apre un paradiso di contraddizioni: perdere un candidato con un consenso europeo così solido come Decaro? Impossibile. D’altra parte, non è che si possa anche mettere il veto sul diritto sacrosanto di un cittadino – pardon, governatore – a candidarsi dove gli pare e piace. Che dilemma, vero?

La soluzione preferita nell’ambiente dem sembra essere quella di lasciare che siano i pugliesi stessi a risolvere questa telenovela senza fastidiose intromissioni romane. Dopotutto, lasciare che i protagonisti se la sbrighino tra loro dovrebbe essere sinonimo di un partito democratico maturo e consapevole… o almeno così si spera.

Durante la presentazione del suo libro a Polignano, ha voluto precisare: «Sono amico di Michele, siamo cresciuti insieme, ci siamo sentiti ieri e l’altro ieri». Che rassicurazione di livello, praticamente la conferma che il mondo va avanti perché si scambiano due messaggi WhatsApp ogni tanto.

Ma, udite udite, se le cose dovessero rimanere ingarbugliate e i dialoghi non riuscissero a mettere fine all’impasse, pare che Schlein possa decidere di fare un’apparizione pubblica. Ovviamente, in pompa magna, a sostegno dell’europarlamentare. Immaginate lo scenario: il povero Emiliano, come ultimo atto di dignità politica, si ritroverebbe costretto a tornare indietro. E il suo piano B? Semplicemente inesistente. Mentre se la segretaria, in un colpo di genio, decidesse di starsene zitto, toccherebbe a Decaro ingoiare il rospo della presenza ingombrante del suo predecessore in Consiglio, nonostante lui stesso abbia parole zuccherose per “aprire una pagina nuova”. Che romantico.

Ma non sono solo questi i drammi del momento. Dall’altra parte del campo, Avs non è certo da meno. La candidatura di Vendola resta in lizza, altrettanto indigesta per molti. Eppure, stranamente, sul fronte telefonico dell’ex governatore regna il silenzio assoluto, nessun squillo, né in entrata né in uscita. Forse un modo subliminale per dire: “Parliamo meno, facciamo meno casino”. I vertici nazionali di Alleanza Verdi e Sinistra, due giorni fa, ci tengono a ribadire che «le candidature di Avs, le decide Avs». Peccato che il concetto di autocontrollo sembri un optional, visto che non chiudono la porta in modo così categorico, preferendo una conversazione tutta da vedere. Ma tranquilli, qui il teatrino continua.

Insomma, il centro-sinistra è un bel quadro congelato: stallo totale. Va bene, ci sono dei lavori in corso, stanno azionando la macchina per convocare il primo tavolo della coalizione. Ma la confusione è generale, quasi un recital tragicomico. Serve capire se la candidatura di Decaro sia davvero a rischio – cosa che lui stesso ama ripetere tra i suoi amici alleati come un disco rotto – e, nel caso, come destreggiarsi. Certo, il condizionale è sacro, ma intanto si continua a giocare con le liste e le alleanze come se nulla fosse. Perché, se per miracolo si uscisse dal pantano, la campagna elettorale dovrebbe partire a razzo, giusto in tempo per uno sprint finale tutto da godersi.

Nel frattempo, anche il PD prova a non far passare inosservata la sua presenza. Dopo le tappe di Torre Suda e Manfredonia degli anni passati, quest’anno si è deciso di approdare a Bisceglie per la tradizionale tre giorni della Festa regionale dell’Unità, prevista dal 5 al 7 settembre. Un appuntamento classico nel calendario dem, ma quest’anno con quel tocco speciale che strizza l’occhio all’agone elettorale. Non che servisse, visto il caos che regna sovrano, ma almeno l’intenzione c’è – o la fanno credere di avere.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!