Le grandi sigle sindacali – ovvero Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil – hanno deciso che è giunto il momento di spegnere non solo la pazienza, ma probabilmente anche qualche interruttore. L’ultimo “fantastico” modello organizzativo di Enel viene etichettato senza filtri come un clamoroso fallimento. Nelle zone più sensibili – per dire, il caro Ravennate – si prosegue a colpi di trasferte da incubo, task force improvvisate e turni dimezzati che più che operativi sembrano da disperazione. E se qualcuno pensava di godersi una rilassante corrente elettrica a Ferragosto, meglio correre a comprare un generatore, o magari una candela. Sempre meglio, no?
I sindacati, stanchi di vedere i lavoratori trasformarsi in supereroi del quotidiano, chiedono a gran voce di tornare a un sistema che funzioni realmente, basato su assunzioni concrete e su una rete strutturata e non su illusioni o rattoppi elettronici. Secondo i racconti degli impiegati, miracoli a parte, lo stress ha raggiunto livelli galattici: si lavora troppo per tamponare buchi infrastrutturali mentre a Enel si continua a pontificare sul Pnrr e sulla transizione energetica, dimenticandosi però che questi non si realizzano con turni infinito-lunghi e interinali sparsi qua e là come adesivi per riparare un pneumatico.
Dall’alto della sua torre di controllo, E-Distribuzione non si scompone e risponde con la serenità di chi ha un piano infallibile: “Tutto tranquillo!”. Esiste una nuova organizzazione basata su due turni giornalieri (magari di sole 12 ore ciascuno?), vengono elargiti benefit economici (un caffè in più forse) e – tengono a sottolineare – sono previste 2.000 nuove assunzioni entro il 2026, possibilmente prima che cada qualche altro palo della luce in città. Nel mentre, fanno sapere anche di aver inserito 4.000 persone tra il 2022 e il 2025. Eppure, di fronte a questi numeri da mille e una notte, i blackout continuano a far sognare gli italiani a occhi aperti, ma decisamente senza corrente.
Enel non molla e si mette la maschera dell’innovatore: il mondo cambia e serve una rete resiliente, più efficiente, più innovativa, insomma più “più più”. L’azienda è pronta a stanziare una cifra da capogiro, ben 16,2 miliardi, per gli investimenti dal 2025 al 2027, convinta che qualche miliardo in più possa anche illuminare le coscienze. Peccato che, fra Intelligenza Artificiale, caldo torrido e centraline che scoppiano come fuochi pirotecnici, un briciolo di buon senso operativo potrebbe essere l’elemento più innovativo che ancora manca. Ma quello, pare, non rientri ancora nel budget. E viva la coerenza!