Pd in modalità armistizio: Giani torna in pista in Toscana ma solo se obbedisce a Schlein

Pd in modalità armistizio: Giani torna in pista in Toscana ma solo se obbedisce a Schlein

Un summit di ben quattro ore al Nazareno: non un minuto di più, non uno di meno, giusto il tempo necessario per far girare a vuoto chi sperava in qualche novità. Nessun annuncio e, soprattutto, nessun passo indietro. Eugenio Giani, il fortunato governatore uscente della Toscana, rimane il candidato del centrosinistra per le regionali del 12 ottobre. Naturalmente, alle condizioni ben precise e immancabili dettate dal Partito Democratico di Elly Schlein, che con la sua aria da giovine incorreggibile sembra avere messo fine – o almeno così dicono – alle divisioni intestine che da settimane lambiscono il partito.

Diciamo “almeno apparente” perché, come ben sappiamo, in politica apparente significa spesso tutt’altro. Tutto questo è stato fatto, si suppone, per agevolare quella che viene definita la chiusura del campo largo Pd-Avs-M5S, una coalizione modello che dovrebbe poi servire da pietra angolare anche alle europee del 2027, nel tentativo – a tratti grottesco – di mettere a tacere la guerriglia permanente tra schleniani e riformisti. Un copione eternamente ripetuto in Toscana, che rischia di esplodere proprio nel momento meno opportuno.

Alla fine di questo summit maratona, con tanto di ben tre comunicati stampa tutti rigorosamente di circostanza e una marea di ricostruzioni incrociate che avrebbero fatto impallidire qualsiasi sceneggiatura di spionaggio internazionale, il Pd ha archiviato quello che ormai è stato tristemente ribattezzato il “Giani-gate”. Infatti, sotto una patina di pace armata, tutti hanno deciso una cosa molto semplice: niente più fughe in avanti o sfuriate pubbliche, ognuno si limiti a fare il proprio mestiere, magari senza litigare troppo.

Che succede ora? Spoiler: tutto come prima

Dunque, dopo aver preso la solenne “ramanzina” dai vertici nazionali e regionali del Pd, Eugenio Giani correrà per un secondo mandato. L’incoronazione ufficiale, però, arriverà solo tra una decina di giorni, con una mozione “unitaria” che dovrebbe essere approvata dall’assemblea regionale. Nel frattempo, il Pd si riorganizza: si ricompattano i ranghi e, con il potere negoziale ritrovato al tavolo delle coalizioni, si cercherà di fare quel piccolo miracolo che da tempo appare un’impresa titanica, cioè includere il M5S nel fronte elettorale.

Nel frattempo, si procede con la solita solfa per la composizione delle liste elettorali e per la definizione degli eventuali candidati: una vera e propria giostra di poltrone in cui ogni parte spera di ricavare qualche posizione di prestigio, mentre i più esterni guardano divertiti o disperati lo spettacolo della politica Toscana che sembra un teatro di marionette, con manovre dietro le quinte più intricate di un intrigo shakespeariano.

La giunta del futuro? Ovviamente il PD toscano ha già tutto perfettamente sotto controllo. Farà le sue scelte – tanto per cambiare – ma concederà quel “piccolo” spazio di manovra al Presidente Giani. Addio al veto sulla sua lista civica “a trazione riformista”, perché, si sa, i riformisti fanno tanto trendy. E poi Giani si impegnerà a formare una squadra di assessori varia, così da accontentare tutti i protagonisti intorno al tavolo, perché chi non gradisce finisce puntualmente escluso. Il tutto in uno schema miracoloso dove tutti tirano fuori il sorriso e si dichiarano “vincitori”, giustamente evitando di prestare il fianco alle critiche – cosa che fino a ieri sembrava davvero impossibile.

Non lasciatevi ingannare dal clima da cordialità forzata: dietro c’è un balletto di passi avanti e indietro degno di un valzer politico. Quando i cronisti hanno osato azzardare un “passo indietro”, Giani ha risposto con un secco “Ma quale passo indietro?”, come se qualcuno gli avesse appena chiesto di rinunciare a un diritto sacrosanto. Al termine del tavolo romano, ha sfornato un comunicato dal tono stranamente compassato, almeno per lui, affermando che «ogni passo che compiremo nei prossimi giorni sarà condiviso» e che affida la guida del percorso politico alla segretaria nazionale e al segretario regionale del PD. Tradotto: il vero comando ora è nelle mani del partito, mentre lui “si accontenta” di offrire la sua massima collaborazione.

Questo è solo il primo di una serie di comunicati pensati per incensare l’autorità del PD e per sottolineare la sua primazia nelle decisioni elettorali, come se qualcuno avesse dubbi. Ma, notate bene, qualcuno ha esagerato dichiarando alle agenzie di stampa – con un’aria di trionfo – che “Schlein ha rimesso in riga Giani”. E ahimè, questa perla è stata prontamente smentita da Emiliano Fossi, il segretario regionale dem, che ha subito stemperato il clima: «Un incontro positivo che riafferma il ruolo centrale del PD e la collaborazione con il presidente. Il percorso politico pazientemente costruito con spirito unitario, e che qualcuno ha tentato vanamente di deviare, continua oggi con ancora più forza e chiarezza». Nel frattempo, i riformisti minacciano di fare di testoni a modo loro e convocare un’assemblea regionale PD in totale autonomia—a dimostrazione che questa “unità” politica è quanto di più precario si possa immaginare.

Ad aggiungere pepe alla situazione, Igor Taruffi, responsabile nazionale organizzazione del partito, ha dichiarato che «è emersa piena fiducia nell’operato del PD e nel percorso già avviato per costruire le proposte e le alleanze migliori per la Toscana». Seguendo la stessa linea, la segretaria Schlein ha suggellato con frasi zuccherose: «Stiamo lavorando in tutte le sei regioni chiamate al voto per costruire alleanze inclusive e competitive per battere queste destre. Siamo impegnati a presentare proposte, programmi e candidature più credibili e forti». In pratica, la solita ricetta magica che promette mari e monti, ma che spesso si trasforma in un convivio politico zeppo di inciuci e compromessi da acquolina in bocca… o forse no.

Insomma, preparatevi: il teatro della politica toscana è in scena, con i soliti attori che, tra un comunicato e l’altro, fanno a gara per interpretare la parte dei “grandi tessitori” mentre il pubblico resta a bocca asciutta, in attesa del prossimo colpo di scena.

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