Vincenzo De Luca ha deciso di prendersi un attimo per riflettere sui complicatissimi enigmi politico-coalizionali, con quella modestia e chiarezza che da sempre lo contraddistinguono. Per esempio, ha elogiato Giuseppe Conte per una «posizione estremamente corretta». Eh sì, da queste parti anche le ovvietà diventano motivo di gloria. Ma, come sempre, la puntura di verità non manca: «Il nome in campo non è solo quello di Roberto Fico, ci saranno diversi “nomi” da mettere sul tavolo della coalizione», ci tiene a precisare. Quindi, niente monoliti, ma un buffet di candidati. Delizioso.
Nel caldo clima post-incontro di mercoledì scorso tra lui e il leader pentastellato, De Luca si è preso la briga di spiegare ai distratti con cittadinanza romana cosa veramente conta: «Conte, visto che qualcuno si stava già agitandosi come se avessero trovato l’elisir di lunga vita, ha detto una cosa ovvia ma non scontata: prima di perdere tempo in chiacchiere al vento, bisognerebbe cominciare a discutere di programmi concreti, dando rispetto al lavoro fatto dalla Regione Campania in questi anni». Grande rivelazione, verrebbe da dire. Magistrale il riconoscimento della “grande correttezza” di Conte. Qui il gioco è tutto sulla continuità istituzionale, vista come un mantra sacrosanto e imprescindibile per qualsiasi patto politico degno di questo nome.
Non paghi, ci regala anche qualche perla sul dialogo a venire: «Poi, ovviamente, ci si confronterà nell’ambito della coalizione per esaminare tutti i nomi in ballo, valutare le esperienze e chi davvero può governare la Regione Campania». Tradotto: si apre il teatrino delle candidature e delle promesse, che altro non è se non l’inizio del circo elettorale. Ovviamente, puntualizza che il vero problema non è la campagna elettorale – per carità, roba da dilettanti vista la mole di lavoro svolto – bensì capire chi, poi, si occuperà davvero della Regione. Come se a Roma, dai salotti romani di potere, qualcuno avesse la minima idea di cosa significhi governare questa regione, «la trincea più impegnativa e difficile».
In pratica, il messaggio di De Luca è questo: mentre da Roma fanno i soliti interessati, a Napoli – o meglio in Campania – si combatte la vera battaglia. Un’avventura che richiede professionisti del mestiere, non i soliti politici da salotto. E chissà se questa esaltante guerra di nomi e promesse riuscirà a decidere qualcosa di concreto, o resterà un altro capitolo nel libro infinito delle belle parole e dei giochi di potere.