Ferrero butta 3,1 miliardi per comprarsi Kellogg e cambiare le regole del gioco—o almeno così dicono

Ferrero butta 3,1 miliardi per comprarsi Kellogg e cambiare le regole del gioco—o almeno così dicono
Pulizie di colazione: Ferrero si compra i cereali americani di Kellogg per 3,1 miliardi di dollari

Il Gruppo Ferrero, quello stesso baluardo del Piemonte che ci ha abituato a cioccolato e dolcezze varie, ha deciso di ampliare i propri orizzonti e di entrare nel regno dei cereali da colazione made in USA. Con un colpo da maestro da 3,1 miliardi di dollari in contanti, ha messo le mani su WK Kellogg Co, finendo per acquisire il celebre portafoglio di cereali per gli Stati Uniti, il Canada e i Caraibi.

Chi avrebbe mai detto che tra Nutella e wafer si nascondesse un’ambizione così colossale? La mossa non è casuale, anzi: proprio nella strategia di crescita globale di Ferrero, l’arrivo di questi marchi iconici vuole spalancare nuove porte su “più occasioni di consumo” – e chissà, magari anche su più stili di vita decisamente meno italiani.

WK Kellogg Co, con i suoi quasi 120 anni di onorata storia, è un vero veterano nel mondo dei cereali a colazione, capace di influenzare – a suo modo – come gli americani affrontano il risveglio. Ferrero, ormai con più di 75 anni sulle spalle, mostra un evidente rispetto per quell’eredità e si assume l’onere di portare avanti questi brand così radicati nella cultura statunitense.

Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del gruppo, non ha trattenuto un entusiasmo più che dovuto:

“Sono entusiasta di dare il benvenuto a WK Kellogg Co. nel Gruppo Ferrero. Questa è più di una semplice acquisizione: rappresenta l’unione di due aziende, entrambe con una gloriosa tradizione e generazioni di consumatori fedeli.”

Parole che sorridono di un matrimonio che promette scintille tra il made in Italy dolce e il made in USA croccante. D’altronde, Ferrero ci tiene a sottolineare come negli ultimi anni abbia già fatto importanti passi nel Nord America, assemblando un puzzle globale composto da giganti del settore e “gioielli locali” ben piantati nelle abitudini statunitensi.

Gary Pilnick, boss di WK Kellogg Co, ha aggiunto un pizzico di pragmatismo alla narrazione:

“Riteniamo che questa transazione proposta massimizzi il valore per i nostri azionisti e consenta a WK Kellogg Co. di scrivere il prossimo capitolo della storica eredità della nostra azienda.”

Nessuna storia è troppo grande per essere ampliata se ci sono miliardi di dollari in ballo, dopotutto.

Lapo Civiletti, amministratore delegato del gruppo Ferrero, ha spiegato vellutatamente che questa operazione non è solo un’acquisizione, ma un arricchimento sostanziale del portafoglio prodotti, “un passo importante verso l’espansione della presenza di Ferrero in più occasioni di consumo”, e naturalmente un bel segnale di dedizione per fornire valore ai consumatori nordamericani.

Il bitter finale, per così dire, è nei dettagli finanziari dell’accordo: Ferrero sborsa 23 dollari per ogni azione di WK Kellogg Co., assicurandosi il controllo totale, con conseguente sparizione delle azioni dagli scambi di New York e ingresso in una nuova era da controllata al 100% di Ferrero.

In sintesi, la colazione americana adesso è ufficialmente sotto l’egida del gruppo dolciario che ha portato il Piemonte nel mondo, pronto a spostare cereali tanto quanto barrette di cioccolato. E, ovviamente, noi non possiamo fare altro che guardare con cinica ammirazione questa colossale danza di capitali tra due epoche gastronomiche.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!