Nel raffinato balletto delle partecipate locali, dove ogni consiglio d’amministrazione sembra un gioco dell’oca per politicianzoli, cambia pure la dirigenza di Eco Center. Ah, questa gloriosa società che gestisce ben 27 impianti ambientali, segno tangibile di come si possa spremerci l’incompetenza mascherandola da “attenzione all’ambiente”. Il nuovo presidente? Nientepopodimeno che Dario Dal Medico, ex sindaco di Merano, scelto mentre il Comune di Bolzano decide di riscrivere le regole del gioco a suo piacimento, contro ogni logica e, soprattutto, contro la stabilità confermata appena l’11 giugno scorso.
Non ci basta quindi la momentanea permanenza di Paolo Berlanda come leader della società, né la presenza rassicurante (per loro stessi) nel CdA di personaggi come Birgit Sulser, Stefan Stauder e Margot Pizzini. Ah, dimenticavamo il tocco istituzionale: la nomina di Rocco Triani come rappresentante della Provincia di Bolzano. Tanto per non farci mancare nulla in questo gioco di prestigio politico, dove i ruoli si rimescolano proprio quando dovremmo affidarci a soluzioni solide e non a scelte che sanno tanto di poltrone lucide e stabili.
Mercoledì mattina, il sindaco Claudio Corrarati ha avuto l’ardire di ringraziare Berlanda per il suo “mandato” impeccabile e di fare gli auguri di buon lavoro a Dal Medico. Parole intrise di quella serietà e visione tipiche di chi si crede il faro illuminante della città, benché la realtà spesso racconti storie assai diverse. Perché, attenzione, secondo il nostro primo cittadino, Berlanda ha lasciato una struttura “solida, efficiente e pronta a sfide future” – frase che suona come un colpo di scena in un film già visto mille volte.
Ma non si è fermato qui: il sindaco ha ben pensato di “incoraggiare” il nuovo presidente sottolineando la sua (presunta) conoscenza “a fondo” delle dinamiche territoriali e ambientali. Insomma, Dal Medico dovrebbe essere la risposta alle preghiere di una città che, evidentemente, agogna soluzioni “interpretabili” al meglio. Di chi? Della città, sì, ma anche di “altri comuni coinvolti”, perché si sa, parlare a tutti poi ti assicura di non impegnarti davvero con nessuno.
Ah, la ricetta magica ideata da Corrarati suona ancora più rassicurante: “Sarà fondamentale che le prossime scelte strategiche siano impostate in sinergia con la Provincia, i Comuni e le comunità comprensoriali”. Insomma, tutti insieme appassionatamente, per un miracolo di coesione che finora era sembrato un miraggio. Senza dimenticare che – sempre secondo l’ineffabile sindaco – il ruolo di tutte queste realtà sarebbe “imprescindibile” per elaborare soluzioni condivise nell’interesse del territorio. Crederci o ridere? Dilemma amletico.
Parliamo chiaro: la nomina di Dal Medico, così vestita di buone intenzioni e grandi manovre, più che rappresentare un passo avanti politico sembra un tentativo piuttosto evidente di ricucire una maggioranza sfilacciata e in cerca disperata di una scusa per evitare di fare i conti con le inevitabili spaccature interne. Così, come una colata di cemento su crepe profonde, si tenta di arginare una crisi che – invece – meriterebbe ben altro coraggio.
Inutile girarci intorno, la verità è che queste nomine si trasformano in un teatrino in cui la politica locale gioca a fare i burattinai, mentre i cittadini assistono sbigottiti a un copione in cui serietà, efficienza e visione sembrano semplici scioglilingua da utilizzare a comando. Nel frattempo, Bolzano continua a essere marginalizzata, confermando che tra promesse, dichiarazioni solenni e realtà amministrativa, passa un abisso che nessun “nuovo presidente” potrà riempire.
Secondo questi raffinati osservatori, la decisione di Corrarati altro non è che un tentativo goffo di rimettere in sella una maggioranza frastornata, facendo contenta sopratutto la componente forzista della coalizione. “La società che racchiude 105 soci pubblici”, spiegano Pd e Lista Civica Andriollo in un impietoso comunicato, “avrà ora alla guida un meranese. Il sindaco, lungi dal rappresentare la sua città, si piega alle logiche di partito che comandano la sua maggioranza. Insomma, nulla di ciò che è meglio per Bolzano.”
Le perplessità degli ambientalisti
Ma non erano solo i grandi partiti ad alzare la voce. Anche i Verdi si sono tuffati nella mischia con un attacco nemmeno troppo velato. “Sembra che siamo passati dalla sacrosanta logica tecnica a una guardia e ladri da spartizione politica,” hanno tuonato, accusando il Comune di Bolzano di rinunciare a una delle aziende più strategiche per la città, come se qualcuno l’avesse chiesto a gran voce.
Per rincarare la dose, hanno definito questa nomina un “premio di consolazione” anziché una scelta basata sul merito, precisando che sarà la Provincia, in virtù del possesso degli impianti, a continuare a gestirne il controllo. Tradotto: Bolzano si autoesclude, si marginalizza volontariamente e dice chiaramente di volere un ruolo da comparsa. Niente male per una città capoluogo con grandi aspirazioni, vero?