Parco eolico Badia del Vento in Toscana approvato nonostante le proteste: l’Emilia-Romagna minaccia il Tar, ma che sorpresa!

Parco eolico Badia del Vento in Toscana approvato nonostante le proteste: l’Emilia-Romagna minaccia il Tar, ma che sorpresa!

Finalmente la tanto agognata fumata bianca è arrivata: la conferenza dei servizi ha benedetto il progetto del parco eolico “Badia del Vento” che vedrà fiorire sette splendide pale alte 180 metri, capaci di sprigionare, con sublime potenza, ben 29,4 megawatt. Il tutto campeggerà sul crinale di confine dell’Appennino tosco-romagnolo, regalando uno spettacolo panoramico a chiunque osi guardare da lontano.

Il lucky winner, pardon, il Comune prescelto per ospitare questa meraviglia ingegneristica è Badia Tedalda, nell’Aretino, a due passi dal confine con la provincia di Rimini. Ah, la gioia della cooperazione interregionale… a senso unico. Perché mentre gli enti toscani si strappano le vesti in nome dell’energia pulita, sull’altro lato della montagna, ossia in Emilia-Romagna, enti, istituzioni e associazioni ambientaliste sono già in fermento, pronti a lanciare l’ennesima offensiva contro questa invasione di giganti metallici. E se va male, ci sarà pure la classica cartuccia del ricorso al Tar. La Regione emiliana, con tutta la diplomazia che la contraddistingue, si sta documentando su “eventuali strade da intraprendere”. Tradotto: vuole semplicemente dire di no, ma con stile.

Il piccolo grande consenso è arrivato dopo che il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, aveva già mostrato il suo entusiasmo lo scorso giugno. Non fraintendeteci, da tempo il vicino Comune di Badia Prataglia sognava di diventare la culla di questo gioiello eolico, perché l’energia rinnovabile si sa, è immancabilmente sinonimo di progresso.

Ma fatevi due risate perché sul versante riminese – tristemente toccato dall’ombra minacciosa delle pale – nessuno è dell’umore giusto. L’altezza da guinness delle torri è motivo di preoccupazione, non perché non amiamo il vento, ma perché queste strutture svettanti insidiano la vista su un territorio di alto pregio naturalistico, caro al rilancio turistico dell’Alta Valmarecchia e del Montefeltro. Una regione che vende la sua natura come attrazione, ma che non vuole turbinare nemmeno un po’. Ironico, no?

La Regione Toscana, invece, si sente truffata, tradita e abbandonata. Avevano persino firmato un patto di amicizia, è vero, all’inizio del 2025, un accordo quasi da fiaba tra Toscana ed Emilia-Romagna per gestire insieme le politiche nelle aree di confine. Ma a quanto pare l’amore è durato il tempo di un virtuosissimo colpo di vento. E anche la vicina Regione Marche si è mostrata un po’ gelosa di tanta strategia eolico-toscana, lamentando la futura ingombrante presenza delle sette pale giganti, specialmente per chi abita vicino al confine con la provincia di Pesaro.

Per la cronaca, il progetto delle sette turbine eoliche, alte fino a 200 metri (cifre decisamente olimpiche…), prenderà posto sui crinali tosco-romagnoli, facendo parte di un impianto ancora più grande, che promette di portare “verde” da tutte le parti, in un’area già abbastanza contesa e complicata.

Romagna e le Marche: un progetto mastodontico per installare ben 64 pale eoliche, sparse tra vari parchi. Non è semplicemente energia green, è uno tsunami di turbine gigante che promette di rivoluzionare questo angolo di Montefeltro.

Piero della Francesca e, udite udite, persino Leonardo da Vinci per la storica Gioconda, saranno presto invase da gigantesche pale che scolpiranno un nuovo, moderno “skyline”. Non più monumenti d’arte rinascimentale, bensì turbine eoliche a dominare il paesaggio. Una vera e propria rivoluzione paesaggistica, degna di un tocco d’artista contemporaneo.

Fara, che si occuperà di realizzare l’impianto, c’è un piccolo dettaglio da non sottovalutare: una generosa compensazione pari al 3% del fatturato andrà a gonfiare le casse del minuscolo ma fortunato comune di Badia Tedalda, per le 7 pale eoliche installate proprio lì.

Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ha tuonato a maggio contro il completo diritto di tribuna negato alla sua regione. La questione sarebbe, ovviamente, il classico paradosso italiano dove si pagano i benefici in Toscana ma si subiscono danni idrogeologici e paesaggistici in Emilia-Romagna.

Michele De Pascale ha dichiarato:

“Da un punto di vista politico abbiamo contestato il mancato coinvolgimento della Regione Emilia-Romagna su autorizzazioni che sono amministrativamente in Toscana, dove realizzano potenziali benefici in bolletta e compensazioni, mentre portano tutti gli impatti idrogeologici e paesaggistici in Emilia-Romagna.”

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